Asparagaceae

FAMIGLIA Asparagaceae

 

Famiglia cosmopolita con un numero di specie (circa 2250) fra le più numerose all'interno delle Monocotiledoni; vi affluiscono soprattutto piante erbacee perenni (in Italia soprattutto geofite rizomatose che producono polloni), suffrutici e cespugli (o alberelli); nella subfamiglia Asparagoideae le foglie sono ridotte a squame o scaglie non evidenti e sostituite da rametti trasformati in forma fogliare (detti cladodi); il fiore, ± lungamente pedicellato, è costituito da 6 tepali saldati in basso a tubo o a campana. Le specie della Famiglia hanno morfologia molto variabile, soprattutto per quanto attiene alle foglie; comunque in genere hanno fiori a 6 tepali (da completamente fusi a liberi), 6 stami, a volte presentano brattee squamiformi e i frutti sono rappresentati da capsule o bacche a semi neri o bruni.

 

Il genere Agave

è originario delle Americhe con circa 200 specie che furono esportate in tutto il mondo a fini ornamentali (bacino mediterraneo, Africa, Asia ecc.; in Italia una decina). Si tratta di piante succulente perenni, dotate di una rosetta di foglie carnose di consistenza fibrosa e generalmente assai grandi, con spina apicale dura (spesso spinose anche sui bordi), disposte intorno ad un fusto spesso non visibile; all'età di circa 10 anni o più (se il clima lo permette) la pianta fiorisce emettendo un lungo scapo semilegnoso al centro della rosetta e terminante in infiorescenza spicata, racemosa o paniculata. I fiori si presentano a 6 tepali per lo più giallastri o bianchi; frutto a capsula.

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-Agave americana L. subsp. americana AGAVE AMERICANA

P caesp – Occasionale di origine N-Americ. - IV-VIII – Rara.

La nostra specie presenta foglie lisce, erette (a volte riflesse), di lunghezza da 100 a 200 cm, a margini da dritti a ondulato-crenulati e dotati di denti di 0,5-1 cm; la spina apicale è conica e lunga 2-5 cm; l'infiorescenza terminale si presenta a pannocchia, con fiori giallo-verdognoli di 7-10 cm su peduncoli di 15-35; il tronco è inferiore ai 2 m; le capsule ovate misurano ca. 4 cm.

Habitat: marginali, incolti, olivete.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: nuovi ritrovamenti: Filettole (2024), sicuramente anche altrove!
  • Montalbano: nuovi ritrovamenti: oliveta presso Citerna di Carmignano.
  • Monteferrato: nuovi ritrovamenti: a W della cima del M. Chiesino.
  • Monte Le Coste: nuovi ritrovamenti: fra bosco e oliveta sopra il cimitero di S. Lucia (Prato).

 

Il genere Anthericum

conta un centinaio di specie diffuse in quasi tutto il globo, ma soprattutto in Asia (2 in Italia). Si tratta di piante erbacee a breve rizoma con piccoli tubercoli fusiformi, foglie radicali, lineari e presenti anche alla fioritura, fiori - abbastanza grandi a 6 tepali bianchi, uguali fra loro e saldati solo in basso, stili filiformi dritti o poco ricurvi, filamenti glabri, peduncoli articolati con alla base una brattea più breve di essi - riuniti in racemo o panicolo; il frutto è una capsula.

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-Anthericum liliago L. LILIAGINE

G bulb – Submedit-Subatlant. - V-VI – Non rara.

Erbacea a fusto non ramificato, alto fino a 60 cm e sottile; su questo sono inseriti in racemo 10-20 grandi fiori a 6 petali bianchi, lanceolati di 1,5-3 cm; le foglie, lineari, sono alte circa come il fusto; il frutto è una capsula ovale lunga 1-1,5 cm.

Habitat: prati rocciosi, boschi chiari soprattutto non calcarei.

Distribuzione sul territorio:

  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monte Le Coste e P. alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S)
  • Monterrato: Baroni 1897-1908 (sub Phalangium liliago Schreb.): M. Ferrato (Somm. herb.); Fiori 1914; Messeri 1936; Biagioli & al. 1999 (sub Liliasfodelo) e Biagioli & al. 2002

 

Il genere Asparagus

è costituito da piante erbacee o legnose, soprattutto a distribuzione europea e N-africana, con una quindicina di specie nel nostro Continente (12 in Italia); queste si caratterizzano per le foglie ridotte a scaglie, alla cui ascella nascono rametti sterili (cladodi) che simulano foglie filiformi; sono piante dioiche, poligame o ermafrodite, a piccoli fiori, rapidamente caduchi, costituiti da un perianzio a 6 tepali saldati in basso; i frutti sono bacche di colore rosso o nero a maturità.

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-Asparagus acutifolius L. ASPARAGO PUNGENTE

G rhiz/NP – S-Medit. - IX-X – Comune.

E' pianta a fusti legnosi, prostrati e lunghi fino a 150 cm; dalla radice nascono i turioni che ne rappresentano la ricercata parte commestibile; i cladodi, che ricoprono i rametti riuniti in fascetti di 5-12, sono persistenti, aghiformi e pungenti; i fiorellini, inseriti, solitari o a coppia, fra i cladodi, sono piccoli e giallo-verdastri; il frutto è una piccola bacca, nera a maturità, che contiene 1 o 2 semi.

Habitat: radure boschive, incolti aridi e assolati.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Gestri 2018: zone marginali più calde e assolate (Vernio, Cantagallo); nuovi ritrovamenti: verso Codilupo (2023) (Cantagallo).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946 (anche a Poggio del Cerreto posto un po’ più a W); Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Fiori 1914; Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: fra i Centopini e i Bifolchi, Monte Buriano (Prato).
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: Bicchieraia e sopra (2024).
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Asparagio selvatico): AMPIL del Monteferrato; Ricceri 2002; Ricceri 2006.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Messeri 1936; Biagioli & al. 2002.
  • Monte Le Coste e P. alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

NB: gli asparagi rappresentano un alimento assai apprezzato; molti, almeno da noi in Toscana, preferiscono come gusto l’asparago selvatico rispetto alla specie coltivata (la successiva).

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-Asparagus officinalis L. ASPARAGO COMUNE

G rhiz – Euro-Medit. (spesso sfuggito alla coltivazione) – IV-VI – Raro.

Pianta a fusti eretti, glabri, alti 40-150 cm, che si distingue dalle altre specie congeneri soprattutto per il fusto erbaceo e non legnoso, i cladodi più sottili (setacei), i turioni più robusti, di maggiori dimensioni e di sapore più dolce, infine per le bacche rosse a maturità e contenenti diversi semi.

Habitat: prati ed incolti umidi.

Distribuzione sul territorio:

  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946, non ritrovato in Gestri & Lazzeri 2021.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: incolti presso il fiume Bisenzio nella zona di Viale Galilei (2023) (Prato).

NB: le piantine di asparago comune, presenti alle Cascine e lungo il Bisenzio, potrebbero essere retaggio di antiche coltivazioni.

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-Asparagus tenuifolius Lam. ASPARAGO SELVATICO

G rhiz – SE-Europ.-W-Asiat. - V-VI – Raro.

Pianta a fusto erbaceo, cilindrico e ramosissimo, alta 30-60 cm; si caratterizza per i cladodi molto sottili, molli e lunghi 1,5-3 cm, fascicolati in numero di 10-25 alla base di una scaglia priva di sperone; per i fiori penduli a lungo peduncolo (10-20 mm) arcuato, solitari o a 2, formati da 6 tepali biancastri a tubo breve; il frutto è una bacca globosa (7 mm ca.) rossa a maturità, contenete molti semi.

Habitat: boschi soprattutto di latifoglie, non in ambiente prettamente mediterraneo.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Ricceri 2002; Ricceri 2006; non ritrovato da Gestri & Lazzeri 2021!
  • Colline di Montemurlo: Ricceri 2006.
  • Rilevi a ovest di Vaiano: nuovi ritrovamenti: sopra Valupaia a ca 650 m sopra la strada bianca.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Asparagina): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Ricceri 2002; Ricceri 2006; Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: alla Gretaia su gabbro.

 

Il genere Aspidistra

è costituito da 7 entità specifiche asiatiche. Si tratta di piante erbacee perenni rizomatose (rizoma strisciante e allungato) con foglie tutte radicali, grandi e lungamente picciolate, all’ascella delle quali si trovano i piccoli fiori (1 o raramente 2) terminali e circondati da 2 brattee, a perianzio campanulato a 6-9 tepali; il frutto è una bacca sferica ad 1 solo seme.

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-Aspidistra elatior Blume ASPIDISTRA

G rhiz – Neofita casuale di origine E-Asiat. - I-VIII – Rara (comunemente coltivata, soprattutto anni fa).

Erbacea costituita da lunghe foglie isolate e distanziate con picciolo rigido, lungo 5-35 mm, e lamina fogliare lanceolata o subellittica (20-50 × 6-10 cm), verde scura e lucida; i fiori, poco appariscenti, nascono vicino al suolo (molto raramente nelle piante coltivate), sono solitari ed a perianzio campanulato, violaceo o rossastro; il frutto è una bacca sferica nerastra a maturità.

Habitat: da noi solo coltivata, a volte sfuggita alla coltivazione.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: a E di Case Spicciano (Vaiano), sotto S. Cristina a Pimonte e lungo il rio Buti (Prato).

NB: questa pianta in passato (ma parzialmente anche adesso) era frequentemente coltivata in vaso nelle abitazioni, sui terrazzi, sui balconi, e particolarmente nelle chiese e presso immagini sacre e tabernacoli delle nostre strade (almeno nel Pratese e Pistoiese). Anche se si coltiva con facilità, sembra non avere tendenza alla naturalizzazione.

 

Il genere Bellevalia

comprende una settantina di specie erbacee mediterranee e centro-asiatiche (7 in Italia). Si tratta di piante perenni bulbose a foglie solo radicali, intere lanceolato-lineari e parallelinervie, fiori - a 6 tepali biancastri, violacei o azzurri, in parte liberi e con il tubo non dilatato in basso (come in Hyacinthus!) - raccolti, ± numerosi, in racemo terminale (bratteole piccole o abortive) dove a volte compaiono anche fiori sterili; il frutto è una capsula trigona.

NB: la segnalazione di Bellevalia webbiana Parl. di Biagioli & al.1999c, riportata da Ricceri 2006, è erronea e va attribuita a Hyacinthoides non-scripta (L.) Chouard ex Rothm. (Gestri, Alessandrini & al. 2010).

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bell 2

-Bellevalia romana (L.) Sweet GIACINTO ROMANO

G bulb – C-Medit. - III-IV – Relat. comune.

Erbacea a stelo eretto lungo 20-50 cm che si caratterizza per le lunghe foglie verde-glauche ed i fiori (a perigonio campanulato con segmenti acuti, di colore bianco sporco) riuniti in infiorescenze cilindriche lasse all'apice del fusto (nessuno sterile). La pianta è dotata di un grosso bulbo ovale (ca. 3 cm).

Habitat: ambienti erbosi umidi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Giacinto romano): AMPIL del Monteferrato; Ricceri 2006: pianura e basse colline.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: zone marginali, non su serpentino.
  • Monte Le Coste e P. alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S).
  • Poggio a Caiano: Parlatore 1857.

 

Il genere Convallaria

è monospecifico.

con

-Convallaria majalis L. MUGHETTO

G rhiz – Circumbor. (da noi solo coltivata) – IV-VI – Rarissima.

Erbacea glabra a rizoma orizzontale, molto fibroso, fusto eretto, semplice, alto 10-30 cm, in basso avvolto da guaine membranose; solo due foglie ovato-lanceolate, a nervature convergenti e acute, avvolgenti il fusto in basso; i fiori – odorosi, penduli, a perianzio bianco e di forma campanulata a 6 tepali fusi nella metà inferiore e liberi e revoluti in alto, dotati di una brattea più breve del pedicello – sono riuniti in numero di 4-12 in un racemo terminale breve e ± unilaterale; il frutto è una bacca globosa, rossa a maturità.

Habitat: da noi presso giardini e ambienti coltivati.

Distribuzione sul territorio:

Coltivata nel sotto strada prima di Gricigliana (2024) (Cantagallo) con altre piante esotiche e sotto Cicignano (2000) (Montemurlo), oltre che in giardini privati di tutto il territorio.

 

Il genere Hyacinthoides

è costituito da una decina di specie erbacee monocotiledoni, distribuite in ambito W-mediterraneo e atlantico; si distingue dagli affini generi Scilla e Hyacinthus per la presenza di due brattee disuguali poste alla base dei pedicelli fiorali; le sue piante presentano radici bulbose, fiori a perianzio azzurro-violaceo con tepali inferiormente ravvicinati a tubo, infiorescenza con all’apice un ciuffo di brattee sterili; i semi appaiono ± sferici.

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-Hyacinthoides hispanica (Mill.) Rothm.

G bulb – Neofita naturalizzata di origine W-Medit. - II-IV – Molto rara.

Erbacea a fusto eretto e robusto e bulbo ovato di 1-2 cm, alta 20-50 cm; è caratterizzata dai fiori (campanulati, inodori e con tepali violacei maggiori di 1 cm) disposti in numero di 5-15 a racemo in parte patenti, in parte penduli e in parte nutanti, su peduncoli di 1-2 cm e dotati di 2 brattee ca. uguali; 4-8 foglie (larghe 15-20 mm) lucide e a doccia con apice ottuso, lunghe meno o quanto il fusto.

Habitat: orti, giardini, coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Colline di Montemurlo: Biagioli & al. 1999 (sub Giacinto a campanelle): presso la rocca di Montemurlo.

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-Hyacinthoides non-scripta (L.) Chouard ex Rothm. GIACINTO NON SCRITTO

G bulb – Neofita naturalizzata di origine europea – II-V – Relat. raro.

Erbacea a fusto gracile ed eretto, bulbo globoso, alta 20-50 cm, si differenzia da H. hispanica per l’infiorescenza inclinata nella metà superiore e per i fiori penduli, odorosi e disposti unilateralmente su peduncoli di 1 cm con 2 brattee bifide e ineguali; le foglie larghe 6-15 mm.

Habitat: orti, giardini, coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: presso Centopini (Prato), sopra Colle e a La Briglia (Vaiano).
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: presso la Rocca, ricco popolamento (2020).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, anche la segnalazione di Bellevalia webbiana Parl. di Biagioli & al.1999c, riportata da Ricceri 2006, va attribuita a questa specie (Gestri, Alessandrini & al. 2010).
  • Monte Le Coste: nuovi ritrovamenti: sopra Villa Fiorita in oliveta (2024).

 

Il genere Hyacinthus

conta una quindicina di specie a distribuzione dall'Europa orientale all'Asia centrale (1 in Italia). Si tratta di specie erbacee bulbose, glabre, a foglie parallelinervie basali, con fiori a 6 tepali liberi fino a ca. la metà e saldati in basso in un tubo dilatato alla base, variamente colorati (che si sbiadiscono dopo la fioritura) e spesso profumati, riuniti in infiorescenza a racemo in alto sul fusto; frutto globoso a capsula.

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-Hyacinthus orientalis L. GIACINTO ORIENTALE

G bulb – Archeofita casuale – III-IV – Rarissimo.

Erbacea glabrescente a bulbo ovale e stelo eretto, alta 20-50 cm; si caratterizza per i fiori a perianzio a campana, blu-azzurro (più raramente roseo o bianco) lungo 2-3 cm, con tepali saldati in un tubo rigonfio in basso in corrispondenza dell’ovario e lobi più corti del tubo, aperti e spesso riflessi; sono riuniti in un racemo lasso pressoché unilaterale di 2-8, eretti o patenti, con peduncolo più breve del perianzio, ma più lungo delle 2 brattee che lo sottendono (spesso bifide); foglie canalicolate, ottuse all’apice, larghe 5-15 mm, erette e inferiori al fusto.

Habitat: per lo più coltivato e sfuggito nei dintorni.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: sopra il cimitero di Montecuccoli (Cantagallo).

 

Il genere Loncomelos,

a distribuzione euro-asiatica, è costituito da più di una quindicina di specie e si caratterizza rispetto al molto simile genere Ornithogalum (vedi) per il pedicello fruttifero eretto (quelli basali sono circa della stessa lunghezza) e l’infiorescenza racemosa e cilindrica alla fioritura.

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-Loncomelos brevistylus (Wolfn.) Dostál LATTE DI GALLINA MAGGIORE

G bulb – SE-Europ.-W-Asiat. - III-VI – Non comune.

Erbacea a fusto eretto, alta 30-60 cm, che si caratterizza per: le foglie sempre presenti a fine fioritura; i fiori ad ovario di colore giallo vivace, perianzio (diametro sui 3 cm) con tepali bianco-latte e appressati alla capsula al momento della fruttificazione; pedicelli eretti e lunghi 2-3,5 cm (più lunghi delle brattee).

Habitat: ambienti aridi ed incolti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: sopra il passo degli Acquiputoli; Ponte a Rigoli sentiero lungo la Limentra (2020) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009-Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Latte di gallina maggiore): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b: Cerreto (C).

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nar 2

-Loncomelos narbonensis (Torn. in L.) Raf. LATTE DI GALLINA SPIGATO

G bulb – Euro-Medit. - V-VI – Relat. comune.

Erbacea a bulbo allungato e fusto eretto, alta 30-80 cm, che si caratterizza per: le foglie sempre presenti a fine fioritura; i fiori ad ovario di colore verde-giallastro, perianzio (diametro sui 3 cm) con tepali bianco-latte e non appressati alla capsula al momento della fruttificazione; pedicelli lunghi ca. 2 cm (all’incirca come le brattee).

Habitat: incolti e coltivi erbosi.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Fiori 1914 (sub Ornithogalum narbonense); Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Franzoni 2020 Wikiplantbase#Toscana: collina di S. Leonardo.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub Ornithogalum narbonense L.): su diaspro a W del laghetto di Galceti (Prato)… presso l’ex-cava Guarino e le ville di Bagnolo (Montemurlo).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S)

NB: è più diffuso di quanto indicato di sopra, anche in pianura.

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pir 2

-Loncomelos pyrenaicus (L.) Hrouda ex J. Holub subsp. sphaerocarpus (A. Kern.) Holub LATTE DI GALLINA A FIORI GIALLASTRI

G bulb – SE-Europ. - V-VII – Non comunissima.

Erbacea a fusto eretto, alta 30-60 cm, che si caratterizza per: le foglie che scompaiono a fine fioritura; i fiori a perianzio (diametro 2,3 cm ca.) con tepali verdastri o giallastri superiormente; pedicelli lunghi fino a 2 cm. La sottospecie in esame ha i pedicelli lunghi il doppio delle brattee, ovvero ca. 20 mm; la faccia superiore del tepalo è jalina orlata da una sottile striscia verde; inoltre le foglie sono lunghe in media 30 cm e l’infiorescenza ha un numero di fiori che può arrivare a 60.

Habitat: boschi di latifoglie, arbusteti, incolti freschi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: da Fossato al Tabernacolo di Gavigno, sopra la fonte (2021) (Cantagallo); M. la Scoperta; Alpe Cavarzano; Montepiano (2018); sentiero CAI 00 sopra P. Crocetta; sopra Badia verso il P. di S. Giuseppe (2019) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Cantagallo, Vaiano.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: dalla Fattoria di Javello verso le Banditelle (2022).

 

Al genere Muscari

appartengono circa 200 specie distribuite nell’Europa centro-meridionale e nell’Asia centrale (11 specie in Italia); sono piante a bulbo tunicato, erbacee, con foglie radicali a volte numerose e ± sottili, già presenti alla fioritura; fiori - di colore azzurro-violaceo, a tepali completamente saldati in un perianzio a tubo, rigonfio e strozzato all’apice, terminante in 6 denti triangolari alla fine riflessi - sono riuniti numerosi in un racemo posto all’estremità superiore del fusto, i più alti sono sterili; il frutto è una capsula trigona.

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-Muscari botryoides (L.) Mill. MUSCARI AZZURRO

G bulb – Submedit. - II-IV – Relat. raro.

Erbacea a bulbo brunastro e fusto eretto, per lo più solitario, alta 10-30 cm; si caratterizza per le foglie erette, glauche, inferiori al fusto, poco numerose (2-5), larghe 3-8 cm, strettamente lanceolate, gradatamente allargate verso l’alto, ma bruscamente ristrette sulla cima; i fiori di colore bleu-violaceo chiaro e non o poco odorosi, hanno perianzio globoso di 3-5 mm, biancastro alla fauce, e sono riuniti in racemo inizialmente conico e quindi allungato, su peduncoli un po’ penduli dopo l’antesi e privi di brattee; capsula a valve ovato-arrotondate di ca 7 mm.

Habitat: campi, prati, radure boschive.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Muscari azzurro): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Messeri 1936 (sub M.b. var. typicum); Biagioli & al. 2002: anche su rocce di serpentino.
  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: margini stradali e prati a Galcetello (2009).

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comos2

-Muscari comosum (L.) Mill. LAMPASCIONE, CIPOLLACCIO

G bulb – Euro-Medit. - IV-VI – Molto comune.

Erbacea alta 20-60 cm, a fusto eretto e bulbo piriforme, bruno-rossastro, di 3-4 cm di diametro; il termine comosum (munito di chioma) è riferito al ciuffo di fiori sterili presente al culmine della sua infiorescenza, distinguendola dalla maggior parte delle altre specie congeneri, insieme ad altri caratteri: le foglie sono rudi al margine, in numero di 3-5, lineari (larghe 5-15 mm), originate dal bulbo ed inferiori al fusto; i fiori - a perianzio lungo circa 8 mm, violaceo (nei fiori inferiori bruno-rossastro) – sono riuniti, su lunghi peduncoli, a formare un racemo terminale cilindrico o a piramide che si allunga a maturità fino a 20-30 cm.

Habitat: coltivi, incolti, radure assolate.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: sopra Cavarzano, sopra Luciana, sopra Fonte del Romito (2019) (Vernio), Lago Verde, sopra Montecuccoli, da Fabbro verso Migliana (2021) (Cantagallo).
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Leopoldia comosa (L.) Parl.): AMPIL del Monteferrato.
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: fra i Centopini e i Bifolchi, Monte Buriano (Prato).
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano e P. a Caiano.
  • Monteferrato: Fiori 1914; Biagioli & al. 2002: coltivi, ma anche su ofioliti, come all’ex-cava Guarino (Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: GP13 (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: incolti presso Galcetello (2020) (Prato); sopra il paese di Montemurlo (2024). 

NB: la specie è denominata anche Leopoldia comosa, infatti era stata dedicata da uno dei maggiori botanici italiani – Filippo Parlatore - a Leopoldo II di Toscana, in omaggio alla sua lungimiranza e al suo amore per la cultura e le scienze.

PS: soprattutto in Italia meridionale è molto apprezzato a fini alimentari il bulbo di questa pianta, lessato e posto sott’olio: è gradito in particolare a chi ama i sapori particolarmente amari!

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-Muscari neglectum Guss. ex Ten. MUSCARI NASCOSTO

G bulb – Medit.-Turan – II-VI – Non raro.

Erbacea a bulbo brunastro e fusto eretto, alta 10-30 cm; si caratterizza per le foglie sottili (larghe 3-6 mm), canalicolate, lunghe fino a 40 cm e numerose, assai cedevoli; i fiori – a perianzio ovato, di 4-6 mm e di colore blu scuro con denti biancastri alla fauce, che appare ben aperta – sono riuniti in racemo serrato e allungato, con peduncoli privi di brattee; frutto a capsula a valve un po’ acute al culmine.

Habitat: coltivi, aree prative e incolti.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano.
  • Localizzazioni generiche: Sommier 1892; Baroni 1897-1908 (sub Botryanthus odorus Kunth) Somm.IV e herb.: Prato; Biagioli & al. 1999 (sub Muscari negletto): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monte Le Coste e P. alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: argine del Bardena a Galcetello (2029) (Prato):

 

Il genere Nectaroscilla 

è monospecifico, creato dal botanico italiano Parlatore per distinguerla dal genere Scilla, dal quale si distingue per il numero di foglie superiore a 10 (nella seconda 2-3) e di fiori superiori a 30 (in Scilla fino a 15) e riuniti in un lungo racemo terminale cilindrico.

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-Nectaroscilla hyacinthoides (L.) Parl. SCILLA GIACINTOIDE

G bulb – Neofita naturalizzata di orig. W-Asiat. - IV-V – Rarissima.

Erbacea glabra, dotata di grossi bulbi ovati agglomerati, alta 50-100 cm, a fusto slanciato, superante le foglie, che si presentano numerose (più di 10), lanceolate (lunghe fino a 60 cm e larghe fino a 2-3 cm), verde brillanti, scabro-ciliate e un po' ondulate al margine; i fiori - piccoli, numerosi (più di 30 e fino a 100), con un lungo pedicello ± eretto-patente e breve brattea, e col perianzio di colore blu-violaceo e lungo 5-7 mm – sono riuniti in un lungo racemo cilindrico terminale; il frutto è una capsula.

Habitat: ambienti rocciosi e incolti erbosi.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri in Peruzzi & al. 2024: Carteano, rilievi della Calvana, margine tra bosco e oliveta (Prato).

 

Il genere Ornithogalum

è costituito da circa 25 specie di area mediterranea-W-asiatica (11 o 12, con alcune sottospecie, in Italia); si caratterizza per: la fioritura primaverile; la larghezza max. delle foglie (tutte basali) di 12 mm; i fiori sono eretti e posti su un pedicello alla base del quale vi è una brattea, gli stami sono molto più piccoli dei tepali e questi ultimi sono liberi, più lunghi di 1 cm, bianchi, verdastri o giallo-verdastri; il frutto è una capsula. Si differenzia dall’affine genere Loncomelos per l’infiorescenza corimbiforme e i pedicelli fruttiferi inferiori più lunghi dei superiori, patenti o quasi.

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-Ornithogalum divergens Boreau LATTE DI GALLINA DIVERGENTE

G bulb – S-Europ. - III-V – Comune.

Erbacea perenne alta 15-40 cm, con bulbo ovale circondato da numerosi bulbilli; le foglie, presenti al momento della fioritura, sono numerose, larghe 3-10 mm, alte circa come lo scapo, senza peli al margine ed hanno, al centro e superiormente, una linea bianca longitudinale; l'infiorescenza si presenta in forma di corimbo lasso all'apice del fusto, ed è costituita da fiori più o meno numerosi (4-12) a 6 tepali bianchi con pedicelli disuguali e non riflessi; il frutto è una capsula ad apice tronco.

Habitat: incolti e margini di coltivi, radure boschive.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959 (sub O. umbellatum L.): Pian della Rasa; Gioffredi 1960 (sub O. umbellatum L.): Limentra orientale; Arrigoni & al. 2005 (sub O. umbellatum L.): riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006 (sub O. umbellatum L.): Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: P. Crocetta e dintorni (2021) (Vernio), presso il paese di Cantagallo, Lago Verde, sopra Fabbro verso Migliana (2022) (Cantagallo).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 (sub O. umbellatum L.) e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Latte di gallina comune): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (O. umbellatum L.): solo in aree marginali.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: argine del Bardena a Galcetello (2019) (Prato) (e altrove).

NB: il nome italiano e quello latino (ornis = uccello e gala = latte) hanno analogo significato; per alcuni questa denominazione è legata al fatto che in epoche remote i suoi bulbi e bulbilli bianchi venivano utilizzati come mangime per le galline.

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-Ornithogalum etruscum Parl. subsp. etruscum

G bulb – Endemismo C-Italiano – IV-V – Relat. raro.

Erbacea perenne alta 10-30 cm, con bulbo isolato (senza bulbilli) e costituito da scaglie ± libere fra loro circondate da tuniche brunastre; le foglie, presenti all’antesi, sono molto sottili (3-8 mm), in numero di 5-8, canalicolate, verde-glauche, più lunghe dello scapo e con linea bianca longitudinale; infiorescenza a corimbo e costituita da 5-20 fiori, a tepali bianchi lanceolati e ottusi, con pedicelli ascendenti alla fruttificazione; il frutto è una capsula allugata, alata ai margini.

Habitat: ambienti aridi, pietrosi di zone collinari.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: Alpe di Cavarzano (2024).
  • Colline di Montemurlo: Sommier 1890: “sub O. tenuifolium Guss. — Nei boschi sopra la fattoria di Javello.— (Se si considerano come distinte le specie O. collinum Guss. e O. tenuifolium Guss., è a quest'ultimo che devesi riferire la pianta di Javello, che ha foglie filiformi, senza linea mediana bianca e glabre nei margini).”*; Baroni 1897-1908 riporta la segnalazione precedente sotto la stessa denominazione; nuovi ritrovamenti: radure boschive sopra la fattoria di Javello.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Latte di Gallina di Gussone): AMPIL del Monteferrato.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub O. gussonei Ten.): presso la cima de M. Mezzano ed in altre aree rocciose di serpentino anche pascolate da ovini.

*Probabilmente le piante osservate da Sommier avevano un striscia bianca talmente sottile da essere ignorata: non esistono infatti, in base alle conoscenze attuali, in Toscana specie di Ornithogalum del tutto prive di striscia!

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-Ornithogalum exscapum Ten. var. exscapum FIORE DI SANTA CHIARA

G bulb – Endemico C-Medit. - II-IV – Rarissimo.

Erba perenne alta 5-10 cm (il basso scapo è caratteristico di questa specie), con bulbo ovoide a scaglie libere e senza bulbilli, foglie allungate fino a 2 volte lo scapo e larghe 2-4 mm e con linea bianca sottilissima; infiorescenza a 3-15 fiori a tepali lunghi fino a 25 mm; alla fruttificazione i peduncoli si ripiegano verso il basso.

Habitat: pascoli ed incolti aridi e assolati.

Distribuzione sul territorio:

  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: Poggio di Becco (2020) (Montemurlo).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: poco sopra l’Arno a Camaioni (Carmignano). La pianta segnalata da Sommier 1890: “sub O. tenuifolium Guss." (vedi sopra), potrebbe anche essere riferita a questa specie.

 

Il genere Polygonatum

ha distribuzione olartica e conta una sessantina di specie erbacee perenni (3 presenti in Italia - un quarto, P. latifolium (Jacq.) Desf., è stato escluso recentemente perché considerato di errata determinazione -); sono piante chiamate in volgare Sigillo di Salomone perché dal loro rizoma orizzontale ogni anno si sviluppa un nuovo fusto che quando secca e cade lascia, sul rizoma stesso, una cicatrice che ricorda un sigillo! Il fusto si può presentare a sezione angolata o rotonda; le foglie, tutte cauline, sono verticillate o alterne; i fiori - a lungo tubo terminato da 6 brevi segmenti - si presentano solitari o a piccoli gruppi su peduncoli posti all’ascella delle foglie; il frutto è una bacca globosa.

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-Polygonatum multiflorum (L.) All. SIGILLO DI SALOMONE MAGGIORE

G rhiz – Eurasiat. - IV-VII – Raro.

Erbacea glabra, alta 20-60 cm, caratterizzata da fusto inclinato e subcilindrico al di sotto della 1a foglia; foglie quasi erette, ovali-ellittiche e alterne; fiori penduli, biancastri e verdastri in alto, inodori, riuniti in infiorescenze parziali a (1)2-8, con perigonio del diametro di 4 mm o meno denti puberuli; la bacca appare blu-nerastra a maturità; rizoma odorante di sambuco, disposto orizzontalmente, carnoso e rigonfio ai nodi.

Habitat: zone boschive ombrose.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Baroni 1897-1908: Montepiano (Somm. herb.); Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: comune di Vernio e Cantagallo; nuovi ritrovamenti: da Fossato al tabernacolo di Gavigno, sotto il sotto le Barbe lungo il torrente omonimo (2021) (Cantagallo); M. Scoperta, S. Ippolito fra la strada e il bosco sopra lo stadio (2020) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano.
  • Colline di Montemurlo: Biagioli & al. 1999: Le Cavallaie (2021) (Montemurlo).

 

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-Polygonatum odoratum (Mill.) Druce SIGILLO DI SALOMONE ODOROSO

G rhiz – Circumbor. - IV-VI – Raro.

Erbacea glabra, alta 20-50 cm, caratterizzata da fusto inclinato e angoloso almeno al di sotto della 1a foglia; foglie quasi erette, ellittiche-ovate e alterne; fiori penduli, biancastri e verdastri in alto, odorosi, isolati o al max. 2 su brevi peduncoli ascellari, con perigonio di 5-8 mm di diametro; la bacca appare blu-nerastra a maturità.

Habitat: zone boschive soprattutto in radure e margini.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2002: riserva naturale Acquerino-Cantagallo (dalle Sorgenti Bisenzio a Cascina Le Barbe, Acandoli ecc.); Ricceri 2006: Appennino, Preappennino; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: comune di Vernio e Cantagallo; nuovi ritrovamenti: da Badia a S.Giuseppe (in basso) (2022) (Vernio).
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: a NW del M. Maggiore (Vaiano).

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?-Polygonatum verticillatum (L.) All. SIGILLO DI SALOMONE VERTICILLATO

G rhiz – Eurasiat. - IV-VII – Rarissimo (o assente).

Erbacea glabra e alta 30-60 cm, caratterizzata da un fusto eretto, glabro e angoloso, assai foglioso in alto e nudo in basso; le foglie, sessili, sono verticillate in numero di 4-5 e sono di forma lanceolata-lineare; i piccoli fiori, a perigoni bianco-verdastro, sono raggruppati da 1 a 3 su un peduncolo di 1-3 cm, in verticillastri all’ascella delle foglie; la bacca appare di colore rosso a maturità.

  • Colline di Montemurlo: GBAM99 (sub Sigillo di Salomone verticillato): Le Cavallaie (Montemurlo); non ritrovato in seguito!

NB: l’unica stazione ritrovata da Venturi 2006 di questa specie è indicata per il versante settentrionale del M. la Croce, in provincia di Pistoia!.

 

Il genere Prospero

conta più di una quindicina di specie a distribuzione mediterranea (4 ed 1 incerta in Italia). Le sue piante sono caratterizzate dalla fioritura autunnale, dalla comparsa dei fiori prima delle foglie (tutte basali), fiori a 6 tepali liberi violetti o lillà (raramente bianco) e senza brattea alla base del pedicello; frutto a capsula.

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-Prospero autumnale (L.) Speta SCILLA AUTUNNALE

G bulb – Euro-Medit. - VIII-X – Comune.

Graziosa pianticella erbacea che fiorisce in autunno, a fusto eretto, esile, alto 10-30 cm; le foglie, da 5 a 10, emergono dal bulbo dopo la fioritura ed hanno forma lineare; i fiorellini, a perianzio lungo circa 1/2 cm e blu-violaceo, sono riuniti in racemo terminale con pedicelli privi di brattea.

Habitat: incolti aridi, prati, radure boschive.

Distribuzione sul territorio:

  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1942 (sub Scilla autumnalis); Gestri & Lazzeri 2021.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009-Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Scilla autunnale): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, Poggio a Caiano.
  • Monteferrato: Baroni 1897-1908 (sub Scilla autumnalis L.): M.Ferrato sopra a Prato (Somm.XXXVIII bis et herb.); Fiori 1914 (sub Scilla autumnalis); Messeri 1936 (sub Scilla autumnalis L.); Biagioli & al. 2002 (Scilla autumnalis L.).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

NB: il bulbo contiene sostanze analoghe alla digitale, con effetti cardiotonici e antiaritmici sull’uomo; a dosaggi di poco superiori a quelli terapeutici il suo utilizzo può divenire molto pericoloso!!

 

Il genere Ruscus

conta una decina di specie a distribuzione mediterranea ed atlantica (3 in Italia più 1 ibrido). Si tratta di piante perenni con la presenza di cladodi di aspetto fogliaceo - terminanti a volte in una spina - al posto di vere e proprie foglie, con piccoli fiori verdastri a 6 tepali, inseriti al centro dei cladodi stessi; il frutto è una bacca.

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-Ruscus aculeatus L. PUNGITOPO

G rhiz/Ch frut – Euro-Medit. - IX-XI – Comune e diffuso.

Pianta perenne a rizoma strisciante e fusti legnosi, nudi in basso, eretti e ramosi in alto, alta fino a 80 cm; i cladodi (rami trasformati in forma di foglia, su cui nascono i fiori e i frutti) sono rigidi ed hanno forma ovato-lanceolata, acuti e pungenti all'apice; al centro di essi si inseriscono, isolati, i piccoli fiori violaceo-verdastri (2,5 mm di diametro) sottesi da una piccola brattea; il frutto è una bacca globosa (di circa 1 cm) di un bel colore rosso brillante a maturità.

Habitat: boschi caldi e asciutti (leccete e misti).

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Foggi & Venturi 2009: Alta val di Carigiola, rio Canvella; Arrigoni & al. 2001, Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Gestri 2018: Vernio, Cantagallo.
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Fiori 1914; Arrigoni e Bartolini 1997; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Cantagallo, Vaiano; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: fra i Centopini e i Bifolchi; M. Buriano (Prato).
  • Cascine di Tavola: Foggi & Venturi 2009; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Ricceri 1998; Biagioli & al. 1999 (sub Pungitopo): AMPIL del Monteferrato; Ricceri 2002; Ricceri 2006, Ricceri 2010.
  • Montalbano: Arrigoni & Viciani 2001 e Viciani 2001: R. Fornia; Foggi & Venturi 2009: Carmignano; Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, Poggio a Caiano; oss. Roma-Marzio 2017 Wikiplantbase#Toscana: via Madonna del Papa dopo Bruceto (Carmignano).
  • Monteferrato: Fiori 1914; Messeri 1936 (sub R. aculeatus L. e R. aculeatus L. var. lanceolatus Sacc.); Ricceri 1993; Biagioli & al. 2002: anche su serpentino, ma soprattutto al bosco dei Patriarchi (Montemurlo) e altri siti ricchi di vegetazione arborea a arbustiva.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S/G).

NB: pianta natalizia di buon auspicio; era utilizzata già in epoca greco-romana a fini terapeutici, in particolare nell’insufficienza venosa e nelle emorroidi.

PS: mentre da noi è pianta assai comune in molte nazioni europee è rarissima, per questa è inserita fra le piante protette con divieto di raccolta.

 

Il genere Scilla

ha distribuzione europea e conta da 5 a 20 specie a seconda degli AA (alcune sono state inserite in altri generi); in Italia attualmente si considerano presenti 2 sole specie. Simile a Nectaroscilla (fioritura fine inverno-inizio primavera; foglie solo basali; fiori, senza o con piccole brattee, a corolla blu, salvo albinismo, e con 6 tepali liberi o poco saldati in basso; frutti a capsula), se distingue per le foglie in numero di 2(-3) soltanto e i fiori non più di 15 e riuniti in corimbo ± unilaterale.

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-Scilla bifolia L. SCILLA SILVESTRE

G bulb – C-Europ.-Caucas. - II-V – Non rara e localmente comune.

Piccola erbacea, glabra e lucida, alta 5-20 cm, con generalmente due foglie opposte radicali da cui emerge il fusto sottile e bruno, terminato da un lasso racemo a brattee subnulle, costituito da 4-10 fiori a sei petali azzurro-violacei e peduncolati.

Habitat: boschi soprattutto di latifoglie.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Baroni 1897-1908: Montepiano (Somm. herb.) (Vernio); Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2002: riserva Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Montepiano all'Alpe, Alpe di Cavarzano (2017), a S. e a N . del passo della Crocetta (2019), Scoperta (2018) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Cantagallo, Vaiano.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: presso Massacorbi (colonia numerosa) scendendo lungo il Bagnolo (2011);
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Scilla silvestre): AMPIL del Monteferrato; Ricceri 2006: ambienti montani.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Rilievi a W di Vaiano: nuovi ritrovamenti: Monte Javello (2016) (Vaiano).

 

Il genere Yucca

è di origine Americana e conta una cinquantina di specie (5 presenti in Italia fra naturalizzate e occasionali). Si tratta (riferendoci prevalentemente alle specie presenti nel nostro continente) di piante perenni a volte arborescenti o arbustive a fusto robusto, cilindrico e poco o non ramificato, su cui si inseriscono numerose foglie coriacee, a volte succolente, lanceolate e spesso con spina apicale; i piccoli fiori (per lo più biancastri o giallastri), penduli, riuniti in pannocchie terminali.

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-Yucca aloifolia L. JUCCA A FOGLIE D'ALOE

P caesp – Neofita naturalizzata d'orig. Americana – VII-IX – Rara.

Si tratta di pianta arborescente eretta, non o poco ramificata, da noi alta da 1 a 7 m; foglie spesse e rigide a margini dentellato-spinulosi; i fiori penduli, lunghi 3-4 cm ca., a 6 tepali separati o saldati brevemente in basso (1 mm), riuniti in densa infiorescenza a panicolo lunga 40-60 cm; frutti indeiscenti, carnosi e succulenti (non fruttifica mai o quasi mai in Italia).

Habitat: incolti e radure calde e assolate.

Distribuzione sul territorio:

  • Monte Le Coste: nuovi ritrovamenti: Case Graber e sopra il Cimitero di S. Lucia (2024).

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-Yucca gloriosa L. JUCCA

P caesp – Occasionale di orig. N-Americ. - VI-VIII – Rara.

Pianta arborescente eretta 1,5-3 m, che si differenzia da Y. aloifolia soprattutto per le foglie che hanno il margine non scabro e spinuloso (al massimo con piccolissime spine); fiori penduli, con tepali color crema (a volte purpurei), lunghi 4-5 cm, riuniti in panicoli di 40-50 cm.

Habitat: incolti, margini coltivi, caldi e assolati.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: nuovi ritrovamenti: Grumaggio presso P. alla Malva, fra la fattoria di Capezzana e Spazzavento, zona Bacchereto (2024) (Carmignano).
  • Monteferrato: nuovi ritrovamenti: Poggio Cassapanca (2020) (Prato), pineta di Bagnolo sopra le ville (2024) (Montemurlo).
  • Rilevi di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: a NW della Villa del Barone (2024).

 

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