Brassicaceae

FAMIGLIA Brassicaceae

Si tratta di una grande Famiglia che conta circa 3.400 specie distribuite in oltre 320 generi; esse vegetano soprattutto nelle aree fredde e temperate del globo. Vi fanno parte diverse piante orticole (cavoli, ravanelli ecc.) ed alcune ornamentali (Violacciocche ecc.). Per lo più si tratta di specie erbacee annuali o perenni, più raramente di frutici o suffrutici, che si caratterizzano per i fiori a 4 petali in forma di croce (un tempo, per questo motivo, la Famiglia veniva denominata Cruciferae); le foglie sono alterne (o a volte solo basali) e prive di stipole; i fiori - ermafroditi, regolari o quasi, con 4 sepali, presto caduchi, simili 2 a 2 - si riuniscono in infiorescenze racemose o corimbose; i frutti sono caratteristici: secchi e deiscenti, a siliqua (se il diametro longitudinale supera quello trasversale di almeno 3 volte) o a siliquetta (diametro longitudinale non molto superiore al trasversale).

 

Il genere Alliaria

ha distribuzione europea e conta 2 specie (1 in Italia). Si tratta di erbacee a fiori con corolla bianca, frutto non articolato a siliqua composta da 3 valve, le foglie hanno lamina cordiforme, le cauline non sono abbraccianti: caratteristico l'odore agliaceo allo sfregamento delle parti della pianta.

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-Alliaria petiolata (M.Bied.) Cav. et Grande ALLIARIA 

H bienn – Paleotemp. – V-VII – Comune.

Erbacea alta 20-100 cm, eretta, a larghe foglie reniformi o largamente triangolari, cordate alla base, picciolate e alterne: se strofinate odorano caratteristicamente di aglio; i fiori a 4 petali bianchi sono riuniti in grappoli; le silique, con breve peduncolo, sono lunghe ca. 5 cm.

Habitat: margini boschivi e di arbusteti, radure, soprattutto su terreni pingui.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Fabbro a Migliana (2018) (Cantagallo); da Badia al passo di S.Giuseppe (2018), sent. CAI 56 sotto P. di Petto, dall'Alpe alla Scoperta (2020) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946 (sub A. officinalis); Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Alliaria): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: zone marginali, rara sulle ofioliti; ex-cava di Cannatello (Prato).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S/C).

PS: è specie commestibile, utilizzabile in cucina al posto dell'aglio per la maggiore digeribilità associata però ad un sapore meno intenso.

 

Il genere Alyssum

conta quasi 180 specie, per alcuni Autori molte meno perché molte (per evidenze genetiche) sono state inserite nel nuovo genere Odontarrhena (vedi). Si tratta di entità di aspetto spesso suffruticoso o erbaceo (una quindicina presenti in Italia), distribuite in Europa, N-Africa e Asia sud-occidentale. Le sue piante si presentano ispide, con numerosi peli stellati; il fusto è ben sviluppato, le piccole foglie sono intere a base cuneata o rotondeggiante, la corolla ha 4 petali gialli o bianchi e il frutto è rappresentato da una siliquetta deiscente, eretta o patente, liscia o quasi, lunga ca. quanto larga, che contiene da 1 a 4 semi per loggia.

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-Alyssum alyssoides (L.) L. ALISSO ANNUALE 

T scap – Euro-Medit. – III-VIII – Relat. rara e localizzata.

Erbacea alta 5-30 cm, a fusto eretto o ascendente ramificato già dal basso, senza rigetti sterili; le foglie, spatolate, sono lunghe fino a 1 cm, acute, uninervie e appressate al caule; i fiori, di 1-3 mm, presentano petali di colore giallo molto pallido o biancastri e sepali persistenti fino a maturità; sono riuniti in racemo allungato; le siliquette, orbicolari, di 3-4 mm, con peduncolo patente di 3-4 mm, sono tomentose e con stilo di 0.3-0,6 mm.

Habitat: prati, praterie secche, soprattutto in substrato calcareo.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: presso sentiero CAI 20 sopra il Gallo (2016) (Vernio); Terrabianca (2018) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato.
  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b: crinale dello Spazzavento (Prato).
  • Monteferrato: oss. Mo, Giacò, Pentassuglia 2023 Wikiplantbase#Toscana: Base del Monte Ferrato, a Nord del Parco Galceti (Prato).

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-Alyssum simplex Rudolphi ALISSO CAMPESTRE 

T scap – Medit.-Turan. - II-V – Relat. raro.

Erbacea alta 3-20 cm, a fusto ascendente, ramificato o meno; foglie intere da oblunghe-lanceolate a oblunghe ovate; i fiori piccolissimi di 2-3 mm - a corolla da biancastra a giallo-pallida con pedicelli di 3-6 mm e (importante per la distinguerlo da A. alyssoides) sepali rapidamente caduchi e stilo di 0,7-1,6 mm – sono riuniti in infiorescenza a racemo che si allunga alla fruttificazione; siliquetta pubescente, suborbicolare di 3,5-6 mm.

Habitat: incolti aridi e assolati

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Ricceri 2013 (sub A. minus (L.) Rothm.): Foresta Acquerino-Cantagallo nei pressi del Faggione; nuovi ritrovamenti: Terrabianca (2018) (Cantagallo); da Montecuccoli a Dogana (2018) (Vernio).
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b: rarissimo sopra S. Lucia (Prato).

 

Il genere Arabidopsis

conta una decina di specie presenti nella regione olartica e sulle montagne africane (5 in Italia). Si tratta di piccole pianticelle erbacee glabre o pelose, a foglie intere o pennatifide, fiori a petali bianchi, violacei o giallastri, a volte assenti; il frutto è una siliqua con valve ad una sola ventura; semi piccolissimi (max. 1 mm).

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-Arabidopsis thaliana (L.) Heynold ARABETTA COMUNE 

T scap – Paleotemp. - II-IV – Comune.

Il ciclo vitale di questa pianticella è breve (inferiore all’anno), è alta da 10 a 50 cm, eretta, a fusti gracili; le foglie basali sono riunite in rosetta, sono picciolate, da ellittiche a spatolate, dentate o intere, con peli semplici e bifidi frammisti; le cauline, in numero ridotto, sono più piccole e sessili; i fiori hanno petali bianchi molto piccoli (2-4 mm) e sono riuniti in racemi allungati; le silique sono assai sottili e allungate (1-1,5 cm), i pedicelli sono patenti e lunghi fino a 1 cm.

Habitat: incolti, ruderi, zone marginali, muretti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: sopra Cantagallo, Terrabianca (2018), da Fabbro a Migliana (2019) (Cantagallo); da Montecuccoli alla Dogana (2017), oltre il Valico della Crocetta (verso Nord) (2023) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Prato.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: Reticaia (2023), Pian dei Massi (2024).
  • Colline sopra Prato: nuovi ritrovamenti: Fornaci di Figline e sopra verso la Collina (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmigano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: ex-cava Guarino (Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S/C).

Il genere Arabis

conta circa 120 specie a distribuzione olartica (15 in Italia); si tratta di erbacee annuali o perenni per lo più pelose, a foglie intere, fiori (al massimo solo 1 o 2 dei più bassi con brattea) a sepali interi e spesso saccati in basso, petali bianchi, rosati, violacei, o bluastri, frutti a siliqua lineare (quasi mai disposte in infruttescenza unilaterale) con valve piane e prive di becco; i semi sono spesso alati.

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-Arabis collina Ten. ARABETTA COLLINARE 

H scap – Orofita S-Europ. – III-VII – Localizzata sull'Appennino principale, dove non è rara.

Erbacea a fusto eretto e foglioso, spesso con rigetti sterili, alta 10-30 cm; foglie cauline (da 8 a 18) dentate più o meno regolarmente, attenuate alla base, lunghe a volte anche più di 3 cm; fiori a corolla bianca (a volte un po' rosata) con petali eretti di 6-10 mm; silique maggiori lunghe 4-7 cm su peduncoli di 5-10 mm in stretta infruttescenza.

Habitat: zone rocciose, incolti, pascoli, boscaglie, almeno da noi sempre ad una certa altitudine.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005 (sub A. muralis Bert.): riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Cantagallo a La Rasa, Terrabianca (2018), Tabernacolo Gavigno, Roncomannaio (2019), dall'Acqua alla Rasa (2024) (Cantagallo); sopra Gricigliana verso S. Ippolito (2020), Poggio di Petto, sopra Risubbiani, da Montepiano a Sassetta (2022), Alpe di Cavarzano (2024) (Vernio); dall'Alpe verso il Tab. Gavigno (2024) (Vernio-Cantagallo).

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-Arabis hirsuta (L.) Scop. ARABETTA IRSUTA 

H bienn/H scap – Europ. - IV-VI – Relat. comune.

Erbacea alta 10-100 cm, a fusto eretto, spesso ramificato già dal basso, peloso per peli patenti semplici e bifidi (ma anche più volte forcati); foglie cauline numerose (10-30), dentate al margine, troncato-auricolate alla base con orecchiette al max. di 1 mm; petali lunghi 4-6 mm, bianchi a volte rosati; silique non strettissimamente appressate fra loro e un po' divergenti dal fusto, lunghe al max. 52 mm; valve con nervatura mediana evidente e che spesso arriva all'apice; semi alati all'estremità.

Habitat: zone rocciose, incolti, pascoli, boscaglie, margini stradali per lo più ad una certa altitudine.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo;Venturi 2006: Limentra orientale; nuovo ritrovamenti: da Montecuccoli alla Dogana (2018), da Usella verso il Santo, sopra il Fabbro verso Migliana, P. Roncomannaio (2019); poggio la Zucca (2021) (Cantagallo); Alpe Cavarzano (2018), strada per Montepiano, P. di Petto (2019), sent.00 a N Crocetta (2020), dal lago Verde verso S. Ippolito (2024) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946, Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Fiori 1914; Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: sopra le Banditelle fino a Reticaia (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: anche su ofioliti in siti freschi.
  • Monte Le Coste a Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Rilievi a ovest di Vaiano: nuovi ritrovamenti: sopra la Collina di Schignano (2024).

NB: come si può notare dalla terza foto, i fiori di questa specie sono visitati da Anthocharis cardamines L.. La femmina di questa farfalla depone un solo uovo per fiore appartenente alla Famiglia delle Brassicaceae (come dice il nome soprattutto del genere Cardamine!).

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-Arabis sagittata (Bert.) DC. ARABETTA SAETTATA 

H bienn/H scap – SE-Europ. – IV-VI – Relat. comune.

Erbacea alta 20-80 cm a fusto eretto spesso ramificato in alto, dalla metà verso il basso con lunghi peli semplici (a volte anche bifidi), in alto spesso glabro; foglie cauline numerose (10-30), sagittate-auricolate con orecchiette di 1-2 mm; petali lunghi 5-6 mm; silique addensate strettamente fra loro e appressate al fusto, valve con nervo mediano poco evidente e che arriva al massimo ai 3/ 4 della lunghezza delle valve; semi alati tutt'intorno.

Habitat: boschi, arbusteti, prati e zone sassose, preferisce il substrato calcareo.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: sotto l'Alpe di Cavarzano (Cai 23), per S. Ippolito dal lago Verde (2018), sopra il Gorandaccio e verso la Rocca di Vernio (2023) (Vernio); da Carmignanello a Gricigliana e oltre, sopra Migliana verso Le Cavallaie (2024) (Cantagallo), dall'Alpe verso il Tab. Gavigno (2024) (Vernio-Cantagallo).
  • Calvana: Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009 e GP 16: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: Pian dei Massi (2024).
  • Rilievi a ovest di Vaiano: nuovi ritrovamenti: Collina di Schignano (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Messeri 1936 (A. hirsuta Scop. var. sagittata (DC.) Fiori); Biagioli & al. 2002: qualche esemplare anche sulle serpentine in posizione di mezz'ombra (Prato, Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

NB: questa specie e la precedente a dispetto dei molti caratteri differenziali, non sono sempre ben distinguibili fra di loro...

 

Il genere Barbarea

conta una trentina di specie a distribuzione olartica (7 in Italia). Si tratta di piante erbacee bienni o perenni, generalmente glabre o poco pelose, a fusti eretti spesso ramificati in alto e caratterizzate da una ricca infiorescenza racemosa che si allunga alla fruttificazione; fiori con corolla a 4 petali giallo-vivace o pallido, a volte bianco crema, più lunghi dei sepali, questi per lo più eretti; le foglie basali sono generalmente pennatifide, le cauline alterne, solitamente sessili, pennatifide, intere o dentate; frutti a siliqua per lo più lineare, sessile o peduncolata, a 4 angoli non acuti e priva di becco.

PS: il nome è dedicato a S. Barbara, protettrice dei minatori, artiglieri e pompieri: sembra che queste piante abbiano proprietà vulnerarie e siano servite un tempo a curare le ferite più comuni di questi lavoratori.

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-Barbarea bracteosa Guss. ERBA DI SANTA BARBARA BRATTEATA 

H scap – Orofila S-Medit. - IV-VI – Rara.

Erbacea alta 10-50 cm, a fusto ascendente e striato; foglie basali lungamente picciolate con lamina quasi sempre divisa in 2-5 paia di segmenti più piccoli del segmento superiore, le cauline spesso incise o, a volte, pennatifide; infiorescenza a racemo lineare, dotato soprattutto in basso di brattee (caratteristica assai significativa per il riconoscimento) e formato da fiori a petali gialli; frutti lunghi 2-3 cm appressati al fusto e su peduncoli molto più brevi.

Habitat: praterie e zone erbose ed umide.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: presso Casalino; nuovi ritrovamenti: presso l'Alpe di Cavarzano (2018) (Vernio).

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-Barbarea verna R.Br. ERBA DI SANTA BARBARA PRIMAVERILE 

H scap – W-Europ. - IV-VII – Abbastanza rara.

Erbacea glabra dal sapore piccante che ricorda il crescione, a fusto eretto, ramificato già dal basso, alta 30-60 cm; foglie basali con 6-10 paia di lobi laterali e uno terminale maggiore e di forma oblunga-ovata, le cauline pennatifide a lobi laterali sottili e interi;i fiori - a corolla con petali gialli di 5-7 mm e sepali più lunghi dei peduncoli – sono riuniti in infiorescenza racemosa lassa; silique lunghe 3-7 mm, dotate di un corto becco, da mature larghe come i pedicelli e discostate dal fusto.

Habitat: zone fresco-umide.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: presso Casalino; nuovi ritrovamenti: sotto il passo della Crocetta (2020) (Vernio); da Migliana al Fabbro, da Migliana alle Cavallaie (2021) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Rio Fornelli e Rio Alesse (Cantagallo).
  • Montalbano: Baroni 1897-1908 (sub B. praecox R. Br.): a M. Albano (Somm. Herb.); Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Poggio alle Croci: PG13b (S): presso Case Serilli e oltre verso la Collina, sopra la vecchia scuola di Cerreto (su diaspro) (Prato).

 

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-Barbarea vulgaris R.Br. ERBA DI SANTA BARBARA COMUNE 

H scap – Eurosib. - IV-VII – Relat. comune.

Erbacea glabra di sapore sgradevole, a fusto eretto e ramoso dal basso, alta 20-80 cm; foglie basali lirate (2-4 segmenti laterali) a lobo superiore ovato-arrotondato, le cauline in alto intere o sinuato-dentate; i fiori – a petali gialli di 4 mm e sepali di 2 mm lunghi circa come i pedicelli – sono riuniti in infiorescenze racemose allungate; silique in posizione variabile, lunghe 20-25 mm (pedicelli 3-5 mm), con becco di 2-3 mm.

Habitat: margini stradali e di bosco, incolti fresco-umidi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Fabbro a Migliana (2017), presso il Castello di Luiccina (2018), da Carmignanello a Gricigliana (2023) (Cantagallo); da Montepiano a Badia, a N del P. della Crocetta, (2020), Risubbiani, CAI 20 verso Le Soda (2021), sopra Montepiano per la strada dell'Alpe (2022) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009, Gestri & Peruzzi 2016 (sub B. v. R. Br. subsp. arcuata (Opiz) Hayk): Filettole (Prato), Rio Fornelli e Montecuccoli (Cantagallo).
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: sporadica lungo i fossi di sgrondo a margine delle strade.

 

Il genere Brassica

conta una quarantina di specie a distribuzione mediterranea (15 in Italia). Si tratta di specie erbacee bienni o perenni, dotate di grandi foglie basali, le cauline amplessicauli o non; fiori con 4 petali bianchi o gialli, sepali eretti o un poco patenti e 6 stami; frutto a siliqua allungata, cilindrica o a quattro angoli, deiscente, con becco conico e con una evidente nervatura dorsale sulle valve; semi subsferici e dolci.

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-Brassica juncea (L.) Czern. FALSO CAVOLO 

T scap – Archeofita occasionale di orig. Eurasiatica – VI-VII – Rara.

Erbacea avventizia (a volte forse naturalizzata), alta da 30 a 100 cm, a fusti ascendenti e ramificati; le foglie cauline hanno lembo intero, dentato al margine e attenuato-picciolato alla base; i fiori, a petali gialli lunghi 6-7 mm, formano infiorescenze racemose non fogliate; si caratterizza per le silique glabre, lunghe 3-6 mm, con becco di 5-12 mm, che a maturità si presentano eretto-patenti; inoltre per il peduncolo del fiore più lungo del calice.

Habitat: per lo più aree coltivate su terreni umidi.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.

P.S: è un'entità di origine ibridogena fra B. nigra e B. rapa)

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-Brassica napus L. CAVOLO NAVONE 

T scap/H scap – Occasionale di origine antropica ibridogena – III-X – Abbastanza rara.

Erbacea avventizia (a volte forse naturalizzata), alta fino a 60 cm, simile alla precedente, ma con foglie (glauche) cauline sessili e più o meno abbraccianti il fusto; l’infiorescenza è rappresentata da un racemo lasso; fiori a 4 petali lunghi 11-16 mm e gialli; silique un poco strozzate in corrispondenza dei semi. Si distingue da B. rapa per i fiori aperti posizionati più in basso dei boccioli sul racemo e le foglie cauline subabbraccianti.

Habitat: incolti e margini di coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: in un campo sopra il Fabbro (2019) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano.
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: su terra di riporto all'ex-cava di Gello (Prato).

NB: la nostra pianta rappresenta un ibrido fissato fra Brassica rapa L. e Brassica oleracea L..

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-Brassica nigra (L.) W.D.J.Koch CAVOLO SENAPE-NERA

T scap – Medit. - II-V - Rara.

Erbacea a fusto ispido, eretto con ramificazioni patenti, alta da 30 cm a più di 1 m; foglie picciolate, verde-scuro, le cauline intere o quasi, le basali lirate con 1-3 paia di segmenti laterali e 1 superiore molto più grande intero o un po' dentellato; fiori grandi (petali lunghi 7-9 mm, sepali eretto-patenti più brevi), appressati al fusto e brevemente peduncolati, riuniti in racemo allungato; silique glabre, su breve peduncolo, subtetragone, appressate all'asse, con becco conico, gracile e assai più breve delle valve. Si distingue da B. juncea per il colore verde (non glauco) della pianta, le ramificazioni del fusto patenti (non erette) e le silique inferiori o uguali 2 cm (superiori in B. juncea) e applicate all'asse.

Habitat: incolti, margine coltivi e zone ruderali.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al.2002: campi lavorati.
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: campi di Bagnolo a margine di via Montalese (2024) (Montemurlo).

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-Brassica rapa L. subsp. campestris (L.) Clapham RAPA SELVATICA 

T scap/H scap – Erba coltivata e inselvatichita occasionale di prob. Orig. Medit. - III-X – Vi sono 2 subspecie ambedue coltivate, la nostra molto più frequentemente*

Erbacea glabra annuale, a fusto eretto, alta da 30 a 60 cm e radice sottile; foglie di colore verde non particolarmente scuro, le radicali irsute, lirate con 1-3 coppie di segmenti laterali e 1 segmento superiore subrotondo e più grande, le cauline glabre, intere o quasi e a base cordiforme abbracciante il fusto; fiori, a petali fino a 7 mm, giallo vivo e ravvicinati, sono riuniti in racemo stretto al momento dell'antesi, con quelli già aperti non superati dai boccioli; silique allungate (4-6 cm), su peduncoli di 1-1,5 cm, ascendenti, con semi lisci.

Habitat: campi coltivati, margini di coltivi, zone ruderali.

Distribuzione sul territorio:

Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale.

Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano.

Cascine di Tavola: Stampi 1967; Gestri & Lazzeri 2021.

Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.

*Questa specie è costituita da 2 entità sottospecifiche (e moltissime varietà) distinguibili solo per la radice e la forma di crescita: sottile nella subsp. campestris (L.) Clapham che è annuale e selvatica (raramente coltivata)), ingrossata e carnosa in quella nominale che è pianta bienne/perenne (è una delle specie più coltivate al mondo).

 

Il genere Bunias

conta 3 specie a distribuzione europea, asiatica e N-africana (1 indigena e 1 naturalizzata in Italia). Si tratta di specie erbacee a foglie basali picciolate (spesso roncinato-pennatifide) e cauline sessili o subsessili, fiori a petali gialli o bianchi più lunghi dei sepali, riuniti in racemi terminali che si allungato alla fruttificazione; frutti a siliquetta indeiscente, ovoide, quadrangolare con quattro ali irregolari (aspetto caratteristico!).

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-Bunias erucago L. CASCELLORE

T scap – N-Euro-Medit. - II-VII – Relat. comune.

Erbacea peloso-ghiandolosa, con aroma sui generis (percepibile a volte anche nell'ambiente circostante), fusto ruvido, eretto e ramificato, alta 30-70 cm; foglie inferiori roncinato-pennatifide e le cauline lanceolate, intere o dentate, sessili, ma non abbraccianti; fiori a petali giallo-vivo, spatolati lunghi ca. 1 cm e sepali saccati di 4 mm, riuniti in racemo che si allunga alla fruttificazione; frutti indeiscenti, caratteristici: ovoidi-quadrangolari con 4 ali irregolari subopposte 2 a 2 e con stilo superiore allungato.

Habitat: incolti, margini coltivi, zone ruderali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2001: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: Cantagallo, Vernio; nuovi ritrovamenti: Badia di Montepiano (2019), Montepiano, Fonte del Romito (2020) (Vernio); da Migliana a Le Cavallaie (2024) (Cantagallo).
  • Colline di Montemurlo: nuovi reperimenti: strada bianca dalla Bicchieraia verso Reticaia (2024).
  • Colline di Prato: nuovi ritrovamenti: sopra “Le Svolte” di Figline (2024) (Prato).
  • Localizzazioni generiche: Baroni 1897-1908: a Prato (Somm. Herb.); Biagioli & al. 1999 (sub Cascellore).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmigano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Messeri 1936 (sub B.e. L. var. brachyptera (Jord) s.var. sinuata Rouy & F); Biagioli & al. 2002: C. Baylon (Prato), C. Pianali (Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

 

Il genere Calepina

è monospecifico (vedi sotto).

cal irr

-Calepina irregularis (Asso) Thell. MIAGRO IRREGOLARE 

T scap – Medit.-Turan. - II-V – Comune.

Erbacea glabra, a fusto prostrato-ascendente (lungo 20-50 cm); foglie della rosetta basale picciolate, lirate o pennatopartite, le cauline minori, intere o dentate e abbraccianti il fusto con due orecchiette acute; fiori piccoli a 4 petali bianchi (i 2 esterni più lunghi dei 2 interni); il frutto è una siliquetta ellissoidale, indeiscente a 1 solo seme, su peduncoli eretto-patenti.

Habitat: incolti, margini coltivi e margini stradali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: Cantagallo (2022); da Vernio a Cavarzano 2023) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: i Bifolchi (Prato).
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: Bicchieraia (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: in aree non ofiolitiche (Prato, Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: GP13 (C/S).
  • Comune anche in pianura in incolti e a margine di coltivi.

 

Il genere Capsella

conta poco meno di una decina di specie distribuite un po' in tutto il globo, soprattutto nella aree temperate e subtropicali (3 in Italia). Si tratta di piante erbacee annuali o perenni, con foglie basali intere o pennatifide e cauline intere e abbraccianti il fusto; i fiori - a petali bianchi, giallastri o rosei - sono riuniti in racemi privi di brattee; frutti a siliquetta in genere di forma triangolare inversa, troncata in alto.

cap bu

caps bu2

-Capsella bursa-pastoris (L.) Medicus subsp. bursa-pastoris BORSA DEL PASTORE 

H bienn – Cosmop. - I-XII – Comunissima.

Erbacea pelosa, a fusto eretto o ascendente, alta fino a 50 cm; le foglie della rosetta possono essere da intere a pennatifide, quelle cauline abbracciano il fusto con due orecchiette; i piccoli fiori hanno petali bianchi e sono riuniti in grappolo terminale che si allunga alla fruttificazione. Si differenzia da C. rubella per i petali bianchi e più lunghi (2-3 mm) dei sepali, inoltre per la siliquetta più lunga che larga e a margini laterali diritti o concavi.

Habitat: incolti, ambienti ruderali, margini stradali, giardini ecc...

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: dall'Alpe alla Scoperta (2020), subito sopra Cavarzano (paese) (2021), Luciana (2022) (Vernio); sotto il Tabernacolo verso Gavigno (2018) (Cantagallo).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Fiori 1914; Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Stampi 1976; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Borsa del pastore).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Fiori 1914; Messeri 1936; Biagioli & al. 2002: ovunque... (Prato, Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nei giardini e incolti nelle zone urbane un po' di tutti i centri abitati.

NB: il nome del genere (capsella = contenitore, borsa) e l’epiteto specifico (bursa-pastoris = borsa del pastore) alludono all’aspetto delle siliquette: compresse e di forma triangolare a base smarginata rivolta in alto, con al centro lo stilo.

PS: si tratta di un'erba alimentare consumata già dall'uomo primitivo. Si può utilizzare cruda insieme ad altri radicchi o anche cotta. Inoltre è specie medicinale, indicata come antiemorragica, astringente ed antiinfiammatoria, da evitare però in gravidanza in quanto stimola la contrazione uterina.

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-Capsella rubella Reuter BORSA DEL PASTORE ROSSASTRA 

T scap – Euro-Medit. - III-VIII – Comune.

Erbacea, alta 10-30 cm, simile alla precedente dalla quale si differenzia per i petali bianco-rosati, lunghi (1,5-2 mm) circa quanto i sepali e la siliquetta arrossata (come la parte superiore del fusto e i pedicelli) e pressoché così lunga che larga e a margini laterali concavi.

Habitat: zone marginali, coltivi, incolti aridi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: strada bianca da Migliana a Le Cavallaie (2018) (Cantagallo), sopra S. Quirico di Vernio (2022).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: M. Buriano (Prato).
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmigano, P.a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: prati e schiarite erbose (Prato, Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

 

Il genere Cardamine

conta circa 200 specie distribuite nelle aree temperate del globo (29 in Italia). E' costituito da piante erbacee glabre o glabrescenti, con foglie intere o segmentate, fiori a 4 petali bianchi, liliacini o porporini, e 4 sepali eretti o un po' patenti, riuniti in infiorescenze apicali più o meno numerose; silique lineari e compresse, a valve elastiche che si arrotolano a maturità.

 

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-Cardamine amara L. BILLERI AMARO

H scap – Eurasiat. - V-VIII – Rarissima.

Erbacea di sapore amaro, con stoloni orizzontali e fusto ascendente, ramoso, angoloso e striato, alta 20-40 cm; foglie imparipennate a 5-9 lobi obovati e dentati, le radicali non disposte in rosetta; i fiori - a petali bianchi e lunghi fino a 9 mm, sepali giallastri più brevi e con caratteristiche antere di colore violetto – sono riuniti in brevi racemi in numero di 10-20; il frutto è una siliqua lineare lunga 2-3 cm con breve becco acuto di 1-2 mm, eretto-patente sull'asse.

Habitat: presso sorgenti, ruscelli, zone umide ad una certa altitudine.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Sommier 1890: acquitrini, Alpe di Cavarzano; Baroni 1897-1908: sopra Montepiano all'Alpe di Cavrazano (Somm. Herb.); Gestri 2018: al Passo di S. Giuseppe presso l'Alpe di Cavarzano (Vernio).

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-Cardamine amporitana Sennen & Pau BILLERI AMPORITANO

T scap – Subendemica – IV-VI – Rarissima.

Erbacea alta 10-60 cm a fusto eretto; molto simile C.amara, se ne distingue per l'assenza di stoloni, per il lobo apicale delle foglie (lirate) molto maggiore dei lobi laterali (da 1 a 5 paia) e le antere di colore giallo (carattere distintivo più evidente!).

Habitat: zone umide fino a oltre 1500 m di altitudine.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Gestri 2022: sotto il Tabernacolo di Gavigno in abiente umido.

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?-Cardamine apennina Lihová & Marhold. BILLERI DELL'APPENNINO 

H scap – Endemismo dell'Appenn. Centr. – IV-VI – Rarissima o scomparsa.

Erbacea a fusto eretto, non o poco ramificato, alta 10-60 cm; si caratterizza per le foglie basali a 1-4 paia di lobi laterali ed uno superiore assai maggiore e arrotondato in alto, le cauline a 3-6 lobi e i petali un po' smarginati e di colore rosato con striature più scure. Viene distinta dalle altre entità del complesso C. pratensis per il rachide delle foglie basali glabro e, come si diceva, per il numero dei lobi laterali della foglie basali (1-4 paia) e quello delle foglie cauline medie (1-4 paia), infine per il numero totale delle foglie del fusto (3-6).

Habitat: zone umide soprattutto sopra una certa altitudine (200-1400 m).

Distribuzione sul territorio:

Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005 (sub C. pratensis L.): riserva naturale Acquerino-Cantagallo.

Pianura: Levier & Sommier 1891 (sub C. pratensis L.): comune nei campi di Poggio a Caiano; Baroni 1897-1908 (sub C. pratensis L.): nei prati a Poggio a Caiano (Lev. in Lev.-Somm.).

NB: la specie Cardamine pratensis L. s.s. è data come assente o quanto meno assai dubbia in Toscana! Abbiamo qui inserito le segnalazioni del Pratese con questa denominazione in quanto le riteniamo da riferire a C. apennina (riconosciuta solo nel 2004 come entità autonoma) che fa parte integrante del complesso C. pratensis (vedi anche Pignatti 2017).

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-Cardamine bulbifera (L.) Crantz DENTARIA MINORE 

G rhiz – C-Europ.-Pont. - IV-VI – Relat. comune.

Erbacea a rizoma carnoso di 2-3 mm, biancastro e scaglioso, fusto eretto e semplice, alta 30-60 cm; foglie medie e inferiori pennatosette a 5-7 segmenti lanceolati e dentellati, le superiori a 3 e quindi  a 1 segmento con all'inserzione sul fusto un bulbillo bruno-porpora e subgloboso di ca. 5 mm o meno; i fiori pedicellati - a petali lunghi 12-16 mm, da violacei a bianchi e sepali saccati – sono riuniti in brevi racemi all'apice del fusto; pedicelli e silique di 2-3 cm (spesso assenti) si presentano da erette a patenti.

Habitat: boschi a terreno ricco di humus, specialmente in faggete e castagneti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Parlatore 1892 (sub Dentaria bulbifera L.): a Montepiano (Somm.); Baroni 1897-1908 (sub Dentaria bulbifera L.): a Montepiano al monte della Scoperta (Somm. Herb.); Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001, Arrigoni & al. 2002 (Cascina Vespaio e le Barbe) e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: Vernio, Cantagallo; nuovi ritrovamenti: da Montepiano all'Alpe (2018), Staccalasino, (2019) presso il passo di San Giuseppe (2021), Monte della Scoperta (2024) (Vernio); le Pescine, strada per Gavigno prima delle deviazione per il paese (2018), sopra Gricigliana (2022) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Dentaria minore): AMPIL del Monteferrato.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: una sola pianta nel bosco dei Patriarchi (Montemurlo).

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-Cardamine chelidonia L. BILLERI CELIDONIA 

T scap/H scap – Subendemica – VI-VII – Rara e localizzata.

Erbacea glabrescente, alta 10-50 cm, a fusto eretto, con ingrossamenti ai nodi; foglie cedevoli, con picciolo dotato di auricole basali, pennate a 1-3 paia di segmenti largamente ovato-lancelati; i fiori - a petali violacei, rosati o porporini, lunghi 5-9 mm e presto caduchi – sono riuniti in brevi racemi; siliqua eretto-patente, inferiore a 5 cm e a valve elastiche, avvolgentisi verso il basso per espellere i semi a maturità.

Habitat: boschi soprattutto di faggio.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Caruel 1893 e Baroni 1897-1908 (Caruel herb.): Montepiano; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: Vernio; nuove ritrovamenti: da Montepiano all'Alpe, al M. Scoperta (2019), al Tavianella (2021) (Vernio).

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-Cardamine heptaphylla (Vill.) O.E.Schulz DENTARIA PENNATA 

G rhiz – SW-Europ.-Subatl. - IV-VI – Relat. rara, ma spesso abbondante nei luoghi di crescita.

Erbacea a rizoma spesso 4-8 mm, con scaglie corte (1-2 mm) e ottuse, fusto eretto e semplice, alta 20-70 cm; foglie lunghe 5-15 cm, pennatosette a (5-)7(-9) lobi (da cui il nome heptaphylla = a 7 foglie) opposti, lanceolati e dentellati, le cauline (prive di bulbilli) alterne e ravvicinate all'infiorescenza costituita da fiori a petali bianco-giallastri o rosati o violetta-pallido, lunghi 14-20 mm, sepali di ca. 7 mm; silique peduncolate, lunghe 4-8 cm, eretto-patenti.

Habitat: boschi su terreno nitrofilo e soprattutto in montagna.

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2001, Arrigoni & al. 2002 (da Cascina Vespaio alle Barbe) e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Bettini & al. 2009: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Gestri 2018: Vernio, Cantagallo; nuovi ritrovamenti: dal Gorandaccio a Montepiano; verso la cima della Scoperta, Cavarzano (2018), da Montepiano all'Alpe, Stancalasino (2020), San Giuseppe (2022) (Vernio); strada per Gavigno prima delle deviazione per il paese; sopra Gricigliana, Pescine (2020) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano, Cantagallo.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Rio Acqua Calda, a W Madonna del Papa e sotto Fornia (Carmignano).
  • Monteferrato: campione d'erbario a FI, Chiarugi 29 jun 1923.

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-Cardamine hirsuta L. BILLERI PRIMATICCIO 

T scap – Cosmop. - I-XII – Comunissima.

Erbacea a precocissima fioritura, a fusto ascendente e già ramoso dal basso, alta 5-30 cm; le foglie basali (disposte in rosetta) sono lirate, a 3-11 segmenti subrotondi, più grandi e numerose delle cauline (da 1 a 3) alterne; i fiori appaiono piccoli, a 4 petali bianchi (ca. 2-2,5 mm) e sorpassati nell’infiorescenza dalla silique inferiori, esse sono lunghe ca. 1,5-2,5 cm, erette e appressate al fusto, con stilo lungo da 0,4 a1 mm.

Habitat: muretti, rocce e incolti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Gestri 2018: Vernio, Cantagallo; nuovi ritrovamenti: sopra Badia, Montecuccoli, Alpe di Cavarzano (2018), ecc. (Vernio); Acquerino (2018) ecc. (Cantagallo).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Colline di Montemurlo: alla Bicchieraia e oltre... (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: diffusa... anche su serpentino.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: presente in incolti, muri, zone ruderali...

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-Cardamine impatiens L. BILLERI COMUNE 

T scap – Eurasiat. - IV-VII – Comune.

Erbacea a fusto ascendente e foglioso, alta da 20 a 60 cm; le foglie cauline (abbraccianti il fusto con 2 orecchiette) e basali, sono costituite da 13-19 segmenti dentato-incisi; i fiori sono piccoli e a 4 petali bianco-verdastri di 2-3 mm (a volte mancanti); l’infiorescenza si allunga alla maturazione e presenta silique, gracili ed erette, a becco breve e lunghe 1,8-3 cm.

Habitat: ambienti ombrosi e freschi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Baroni 1897-1908: Montepiano (Car. herb.; Somm. herb.); Venturi 2006: Limentra orientale;
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: zone marginali non ofiolitiche...in ombra e su terreno fresco (Prato, Montemurlo).

PS: l’epiteto impatiens, impaziente, è riferito al fatto che le siliquette si aprono bruscamente al solo sfiorarle, liberando i semi.

 

Il genere Diplotaxis

di area paleotemperata conta da una trentina ad una quarantina di specie erbacee perenni o annuali (6 in Italia). Le sue piante presentano foglie per lo più sinuato-pennatifide e non abbraccianti il fusto; i fiori hanno i petali di colore giallo, violetto o bianco; le silique, lineari, a 1 nervatura e becco subcilindrico e breve (1,5-2,5 mm), sono distanziate dall’asse centrale. 

PS: il nome deriva dal greco diplotaxis = due ranghi, allusione alla disposizione dei semi in due file per loggia.

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-Diplotaxis erucoides (L.) DC. RUCHETTA VIOLACEA 

T scap – W-Medit. - XI-VI – Rara.

Erbacea a fusto eretto e ramoso fin dal basso, alta 10-80 cm; le foglie sono tutte sessili, le inferiori sono lirate a 3-4 paia di lobi e le superiori oblunghe e sinuato-dentate; i fiori - a petali bianchi, venati di viola o rosa, lunghi da 6 a 12 mm e sepali più brevi dei pedicelli - sono riuniti in infiorescenza lassa che si allunga alla fruttificazione; le silique, lunghe 2,5-3,5 mm, sono dirette verso l'alto.

Habitat: incolti erbosi, coltivi, vigneti.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: GL2: zona marginale presso l'Ombrone (Poggio a Caiano).

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-Diplotaxis muralis (L.) DC. RUCHETTA DEI MURI 

T scap (H scap) – N-Medit.-Atlant. - II-XI – Rara.

Erbacea un po' ispida, con sapore di rucola, a fusto ascendente, gracile, poco o per niente fogliato (nella metà inferiore), alta 20-50 cm; foglie per lo più basali, picciolate, pennatopartite o a 2-3 paia di lobi, le cauline lanceolate, sinuato-dentate; fiori odorosi, a petali gialli, lunghi da 4 a 8 mm, su pedicelli lunghi ca. altrettanto, e superanti il calice; siliqua di 2-4 cm, eretta su pedicello patente.

Habitat: muri, zone ruderali o sassose.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: rara su ofioliti, soprattutto in zone marginali, lungo la Bardena (Prato), sentiero dei Patriarchi (Montemurlo).

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-Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. RUCHETTA SELVATICA 

H scap – Submedit.-Subatlant. - I-XII – comune.

Erbacea glabra e glaucescente, dal caratteristico odore e sapore di rucola, a fusto legnosetto in basso, eretto e foglioso, alta fino a 60 cm; foglie inferiori pennatofide a 3-4 paia di segmenti più uno apicale stretti, le superiori intere o quasi; fiori su lunghi peduncoli a 4 petali gialli e 4 sepali carenati; i frutti sono siliquette erette o eretto-patenti lunghe da 2 a 6 cm.

Habitat: ambienti ruderali e incolti erbosi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: Montepiano (2020), sopra Vernio (2021) (Vernio).
  • Calvana: Fiori 1914; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Ruchetta selvatica): AMPIL del Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: alcune piante alla Gretaia (Montemurlo), su ruderi e più raramente su sfatticcio di serpentino.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: argine del Bisenzio presso Viale Galilei e presso Gonfienti (2023) (Prato).

 

Il genere Draba

ha il più alto numero di specie della Famiglia, oltre 350, distribuite nella ragione olartico-andina - molte sono resistenti a situazioni estreme di bassa temperatura -; in Italia se ne contano 14. Si tratta di piante erbacee, vellutate almeno in basso, a foglie generalmente intere, le cauline poco numerose e spesso dentellate, le basali in rosetta e con presenza di peli semplici; i fiori sono piccoli, con tepali bianchi o gialli, e sono riuniti in racemi; frutto è una siliquetta deiscente, oblunga, ovale, o ellittica.

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-Draba verna L. DRABA PRIMAVERILE

Piccole piante erbacee annuali a fioritura precoce, caratterizzate dal fusto afillo e privo di rigetti sterili, foglie basali lanceolato-spatolate e pelose, piccoli fiori bianchi riuniti in racemo povero, allungantesi alla fruttificazione e siliquette glabre ed erette.

Nel Pratese due sottospecie:

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dr vp

- - D. v. L. subsp. praecox (Steven) Rouy & Foucaud DRABA PRIMAVERILE PRECOCE 

T scap – Medit. - XII-IV – Relat. rara.

Erbacea con fusto afillo, alta da 4 a 10 cm e caratterizzata dalle faccia superiore e margine delle foglie (tutte basali) con soli peli semplici (spesso presenti anche scarsi peli bifidi o stellati) e siliquette obovato-lancelate lunghe 4-6 mm su pedicelli di 2-11 mm alla fruttificazione.

Habitat: incolti aridi, pietraia, muretti.

Distribuzione sul territorio (dovrebbe occupare le stazioni più calde e aride, ma servirebbero ricerche più approfondite e specifiche per chiarire con sicurezza le esatte localizzazioni di questa sottospecie!):

  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Montalbano: campione d'erbario a Pisa di Roma-Marzio & Peruzzi: 6-3-2017, lungo il sentiero per Pratorosello a 180 m slm (Carmignano).
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub Erophila verna (L.) DC. subsp. praecox (Steven) Walp.): presente anche in popolamenti numerosi, sia in zone marginali non ofiolitiche … sia su sfatticcio di serpentino … in presenza di bassi cuscinetti muscosi (Prato, Montemurlo).

dr vv

dr vv2

- - D. v. L. subsp. verna DRABA PRIMAVERILE COMUNE 

T scap – Circumbor. - XII-IV – Comune.

Erbacea con fusto afillo, alta 5-20 cm e caratterizzata dalla faccia superiore e il margine delle foglie (tutte basali) con molteplici peli bifidi e stellati (a volte con anche alcuni semplici) e dalle siliquette da obovato-lanceolate ad ellitiche, lunghe 0,5-1 cm su pedicelli di 8-25 mm alla fruttificazione.

Habitat: incolti aridi, pietraia, muretti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa (sub Erophila verna (L.) DC. sl); Gioffredi 1960 (sub Erophila verna (L.) DC. sl): Limentra orientale; Venturi 2006 (sub Erophila verna (L.) Chev. sl): Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: Terrabianca, da Fabbro a Migliana (2018) (Cantagallo); da subito sopra Montecuccoli a poco sotto Le Soda, sopra Cavarzano verso l'Alpe e all'Alpe (2018), sopra S. Quirico di Vernio (2022) (Vernio).
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: sopra Montemurlo, Reticaia (2024).
  • Calvana: Gestri 2009 (sub Erophila verna (L.) DC. sl) e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano; Foggi & Venturi 2009 (sub Erophila verna (L.) DC. sl).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub Erophila verna (L.) DC. subsp. verna): Carmignano.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (sub Erophila verna (L.) DC. subsp. verna).
  • Pianura: oss. Gestri 2017 (sub D. v. L. s.l.) Wikiplantbase#Toscana: strada chiusa presso Impianto Atletica “Ferrari” (Prato); nuovi ritrovamenti: marciapiede a margine stradale in via L. Rossi, presso la rotonda di Viale Fr. Cervi (2025) (Prato).

NB: la sottospecie in esame si differenzia da spatulata (Láng) Rouy & Foucaud per avere nel fiore alcuni stami più lunghi dello stigma e per l'altezza della pianta in genere maggiore. Inoltre spatulata ha siliquette più “rotondeggianti”, lunghe 3-6 mm su pedicelli di 3-18 mm alla fruttificazione.

 

Il genere Drabella

fu introdotto da De Candolle (e rivalutato da pochi anni!) per distinguere le piante annuali a piccoli fiori dalle altre del genere Draba: “Piante annue; cauli fogliosi, ramosi; fiori minimi, gialli o bianchi.” (Regni vegetabilis syst. nat. Tom II pag. 351). Due specie in Italia.

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dr mu2

-Drabella muralis (L.) DC. DRABA MURALE

T scap – Circumbor. - IV-VI – Relat. comune.

Erbacea pelosa a fusto gracile, semplice (raramente ramoso) ed eretto, alta da 10 a 50 cm; foglie intere, obovate e dentate, le basali in rosetta, le cauline abbraccianti il fusto con due orecchiette; fiori piccoli e a petali bianchi di ca. 2 mm di lunghezza, riuniti in infiorescenza racemosa che si allunga moltissimo alla fruttificazione; siliquette glabre, di forma ovata e poste su pedicelli patenti di 4-10 mm (lunghi fino a due volte il frutto).

Habitat: muri, incolti aridi, margini di sentieri e strade.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Baroni 1897-1908 (sub Draba muralis L.): Montepiano (Somm. herb.); Porciatti 1959: Pian della Rasa (sub Draba muralis L.); Gioffredi 1960 (sub Draba muralis L.): Limentra orientale; Arrigoni & al. 2001 e Arrigoni & al. 2005 (sub Draba muralis L.): riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006 (sub Draba muralis L.): Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: Cantagallo (2017), Scalette, da Fabbro a Migliana (2020), Acqua (2024) (Cantagallo); Alpe Cavarzano (2018), Poggio di Petto, presso il lago Verde (2022) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 (sub Draba muralis L.) e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: i Bifolchi (Prato).
  • Colline di Prato: Fornaci sopra Figline (2024) (Prato).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub Draba muralis L.): Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub Draba muralis L.): zone marginali (sentiero dei Patriarchi – Montemurlo -, lungo la Bardena – Prato -), rara su ofioliti.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: Galcetello (2023) e altrove.

 

Il genere Eruca

conta 3 (o 4) specie originarie dell'aria mediterranea e NE-africana (1 in Italia). Sono piante erbacee caratterizzate dalle silique erette, cilindriche, non molto lunghe (10-35 mm) e soprattutto con becco appiattito di forma triangolare e lungo (5-12 mm) circa la metà delle valve; i semi, lisci, sono disposti su due ranghi, le foglie pennatifide o pennatosette; somiglia al genere Sinapis, ma nel nostro i sepali sono eretti e disuguali fra loro, con quello interno un po' saccato in basso e le valve convesse con una sola nervatura.

er v

er v2

-Eruca vesicaria (L.) Cav. RUCOLA COMUNE 

T scap – Medit.-Turan – II-IV – Rara.

Erbacea di odore fetido, ispida almeno in basso, a fusto eretto e ramoso, alta 2-10 cm; foglie picciolate, generalmente pennatifide-lirate a 2-5 paia di lobi laterali e il superiore maggiore e irregolarmente dentato; i fiori - a petali che arrivano fino a 2,5 cm e dalla lunga unghia, biancastri o giallastri e venati di viola e a sepali patenti ± uguali fra loro – sono riuniti in racemo che si allunga assai alla maturità; siliqua eretta, lunga 1-4 cm, con becco, compresso e triangolare, di 0,7-1 cm.

Habitat: incolti erbosi, margini coltivi, zone ruderali.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Montalgeto (Carmignano); nuovi ritrovamenti: Seano (2023) (Carmignano).

 

Il genere Erysimum

ha distribuzione olartica e conta circa 230 specie, alcune sono coltivate e altre sono endemiche anche di aree territoriali limitate (26 in Italia). Si tratta di piante erbacee caratterizzate dai fiori gialli (a volte bianco-giallastri, arrossati o brunastri) con presenza sulla pianta di soli peli appressati biforcati o stellati; i fusti sono fogliosi; le foglie si presentano intere, dentate o sinuate e pennatifide (le cauline non abbraccianti); i fiori hanno i petali con lunga unghia, sepali eretti o quasi, simili fra loro, con gli interni spesso saccati alla base; le silique, tetragone, sono esili con valve con una sola, ma pronunciata, nervatura e becco breve e conico.

ery ch

-Erysimum cheiri (L.) Crantz VIOLACCIOCCA GIALLA 

Ch suffr – Archeofita natural. di orig. antropogena – Rarissima (a volte coltivata).

Suffrutice a fusti legnosi, soprattutto nelle piante mature, e ramificati fin dal basso, alto da 10 a 50 cm; le foglie, per lo più intere, lanceolato-lineari ed acute, sono numerose e ravvicinate fra loro; i fiori, odorosi, hanno petali gialli o bruni, spatolati e lunghi 1-2 cm, sepali eretti più brevi dei pedicelli, e sono riuniti in brevi infiorescenze di 7-15; le silique, tetragone ed erette, sono lunghe fino a 8 cm, con stilo breve (< a 1,5 mm), capitato o smarginato.

Habitat: muri ed aree rocciose.

Distribuzione sul territorio:

Monteferrato: Biagioli & al. 2002: ex-cava Guarino (Montemurlo).

ery sp

ery ps2

ery ps3

-Erysimum pseudorhaeticum Polatschek VIOLACCICCA APPENNINICA 

H scap – Endemismo Apuano-Appenninico – IV-VI – Relat. comune.

Erbacea a fusto eretto e ramificato, alta 20-70 cm (abbastanza più alta a maturità); mancano rigetti sterili, mentre si possono notare alla base i resti essiccati dei cauli degli anni precedenti; foglie cauline numerose, intere a forma lanceolata-lineare e acute, le inferiori brevemente picciolate; i fiori, profumati, a petali gialli lunghi 13-20 mm e sepali di 7-12 mm, sono riuniti numerosi (10-40) in racemi terminali che si allungano alla fruttificazione; silique sottili ed allungate (35-100 x 0,7-1 mm), eretto-patenti su peduncoli di 3-6 mm.

Habitat: zone pietrose, muri, incolti aridi, radure boschive.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: sopra Montecuccoli, presso il Santo di Codilupo (2022) (Cantagallo); P. di Petto, Alpe Cavarzano (2023) (Vernio).
  • Calvana: Fiori 1914 (sub E. lanceolatum); Arrigoni & Bartolini 1997; Foggi & Venturi 2009: praterie della Calvana; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Localizzazioni generiche: Ricceri 2006: ambienti aperti collinari.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S); 2 oss. Franzoni (Jacopo) 2020 (sub E. etruscum Peccennini & Polatschek) Wikiplantbase#Toscana: Monte Le Coste (Vaiano)*.
  • Rilievi a ovest di Vaiano: nuovi ritrovamenti: Schignano (2022).

 

*Attribuire questa entità a E. pseudorhaeticum o a E. etruscum è assai problematico se, come è indicato su Pignatti 2019, la differenza principale sta nel fatto che il primo è pianta perenne e l'altra annuale o bienne; qui si propende per l'attribuzione al primo! Esisterebbero altri caratteri discriminativi, ma difficilmente verificabili nella pratica: E. pseudorheticum: stilo lungo 0,5-1,5 mm, semi lunghi 1,5 mm, silique non appressate al fusto; E. etruscum: stilo lungo 1,5-2 mm, semi lunghi 1,7-2 mm, silique abbastanza appressate al fusto (Peccenini & Polatschek 2016).

 

Il genere Hirschfeldia

è monospecifico: presenta fiori a petali gialli e sepali eretti, frutto a siliqua appressata al fusto.

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-Hirschfeldia incana (L.) Lagr.-Foss. SENAPE CANUTA 

H scap – W-Europ.-Subatlant. - III-V – Rara.

Erbacea alta 30-80 cm, irsuta per peli setolosi e robusti, fusto a ramificazioni eretto-patenti; le foglie sono picciolate, le cauline lanceolate a volte assenti o molto piccole (soprattutto verso l'alto), le basali sono profondamente incise e presentano 2-4 (o più) paia di segmenti laterali ed uno apicale, per lo più ottusi; i fiori sono piccoli e brevemente pedicellati, a petali e sepali gialli e riuniti strettamente in racemo; le silique, appressate al fusto, sono sottili, di forma cilindrica, lunghe 8-15 mm, con becco lungo la metà circa del resto del frutto; semi ovati e brunastri.

Habitat: specie fondamentalmente ruderale.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Stampi 1967 (sub Brassica adpressa Boiss.); Gestri & Lazzeri 2021.

 

Il genere Iberis

conta una trentina di specie a distribuzione paleotemperata (10 in Italia). Si tratta di piante con fiori - corolla zigomorfa a petali disuguali con i 2 esterni raggianti e più grandi, lunga più di 5 mm, sepali spesso colorati – di colore bianco, lillacino o porporino e riuniti in corimbo; siliquette ovate o arrotondate, contenenti 1 seme ogni valva (alata).

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-Iberis umbellata L. IBERIDA ROSSA 

T scap – N-Medit. - IV-VI – Localizzata.

Erbacea glabra, a fusto eretto, con ramificazioni erette e fogliate, alta 20-60 cm; foglie inferiori a lamina lanceolata o oblunga e dentata, le inferiori più sottili, acute ed intere; i fiori, zigomorfi a petali porporini, rosei o lillacini e sepali violacei, sono riuniti in corimbi brevi, densi e ad ombrella; siliquetta di 0,5-1 cm, di forma ovata, con ala presente già dal basso e terminante in 2 lobi eretti sorpassati di poco dallo stilo.

Habitat: ambienti sassosi, aridi e, almeno da noi, su serpentino.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: Baroni 1897-1908: in Val di Nievole a m. Albano (Sandr. & Fant.); Gestri & Peruzzi 2013a: incolto assolato e sassoso al P. dell'Orto sopra l'Elsana (Carmignano).
  • Monteferrato: Caruel 1960-64; Parlatore 1892; Baroni 1897-1908 (Groves herb.); Fiori 1914; Messeri 1936 (sub I.u. L. var. vulgaris); Arrigoni & al. 1983; Biagioli & al. 1999; Biagioli & al. 2002: ex-cave Guerrino e Paci (Montemurlo); Sassi Neri e altre aree sassose (Prato).

 

Il genere Isatis

ha distribuzione Europea ed Asiatica e conta un'ottantina di specie (4 presenti in Italia). Si tratta di piante erbacee annuali, bienni o perenni, per lo più robuste e glauche; presentano fusto eretto e ramificato in alto; le foglie sono intere (a volte dentate), oblunghe o lanceolate con le cauline abbraccianti con orecchiette e alterne; i fiori, a petali gialli e sepali eretti, sono riuniti in ricchi racemi; il frutto è una siliquetta ellittico-oblunga, indeiscente, compressa, alata e priva di stilo.

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-Isatis tinctoria L. GUADO 

H bienn – Archeofita di orig. SE-Asiat. - III-V – Rarissima (ma in popolamento con discreto numero di individui).

Erbacea robusta a fusto eretto, ramificato in alto (rami eretti), alta 30-120 cm; foglie basali picciolate di forma oblungo-lanceolata, le cauline superiori, lanceolato-astate, abbraccianti il caule con due orecchiette acute; i fiori - giallo-oro, piccoli e numerosi, con pedicelli sottili – sono riuniti in racemi densi; i pedicelli a fruttificazione si fanno riflessi e sono più brevi della siliquetta (13-20 x 3-6 mm), pendula e di forma oblungo-oblanceolata.

Habitat: incolti anche rocciosi, margini stradali (la specie sembra si stia diffondendo in Italia dal Sud verso Nord, tramite le strade più trafficate!).

Distribuzione sul territorio:

  • Pianura: margine della parte orientale di via E. Berlinguer (loc. Sottostrada) a Montemurlo: fu osservata per la prima volta una trentina di anni fa dal sig. Bruno Acciai e da allora si sta estendendo lentamente sui bordi stradali, senza espandersi in altre situazioni ambientali. Segnalata in Pozzi & Compiani 1998 e in Ricceri (2013) che ne riporta la segnalazione.

PS: il colorante blu indaco (indigotina) è estratto dalle foglie del primo anno; esse, macerate e fermentate in acqua, producono un precipitato da cui è estratto il pigmento dopo ossidazione. Era un tempo utilizzato per tingere di blu indaco i tessuti naturali; fu usato anche come cosmetico, pigmento per dipinti ed altro (per es. dai britannici in guerra contro Giulio Cesare). In Italia se ne è fatto largo uso dal XIII° al XVIII° sec. quando fu sostituito dall’indaco asiatico e americano di più facile impiego.

 

Il genere Lepidium

è distribuito un po' in tutto il globo, con un numero di specie che supera di qualche decina le 200 (16 in Italia); è rappresentato da specie erbacee annuali o perenni, con fiori a 4 petali, bianchi o verdastri, pressoché uguali, siliquette arrotondate, ovali o cordate, deiscenti, con logge a 1 solo seme; le foglie possono essere intere, dentate o pennatifide.

 

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-Lepidium campestre (L.) W.T.Aiton ERBA STORNA 

T scap – Europ.-Caucas. - IV-VI – Relat. comune.

Erbacea annuale (a volte bienne), alta 20-50 cm, pubescente, a radice a fittone e fusto eretto unico, o ramificato in alto, con foglie sia basali (per lo più secche all'antesi, oblunghe e intere o sinuato-dentate, picciolate, che possono arrivare fino a 6 cm) che cauline (dentellate e abbraccianti il caule con 2 orecchiette); i fiori sono biancastri e piccoli; l’infruttescenza è costituita da un grappolo denso di siliquette ovali, alate soprattutto in alto e a stilo incluso o quasi.

Habitat: margini boschivi e di camminamenti, campi, incolti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Fabbro a Migliana (2022), Gricigliana da Carmignanello, Luciana (2023), da L'Acqua alla Rasa (2024) (Cantagallo); verso Tavianella (2021), Alpe Cavarzano, da Montepiano al Gasperone, sopra il Gorandaccio (2022), a N e S del Passo della Crocetta (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano e Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967; Gestri & Lazzeri 2021.
  • Rilievi a ovest di Vaiano: nuovi ritrovamenti: presso Schignano (2023) (Vaiano).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: nei pochi coltivi residui.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S).

lep d

-Lepidium coronopus (L.) Al-Shehbaz LAPPOLINA GRAMIGNOLA 

T rept – Euro-Medit. - III-VI – Rarissima.

Erbacea glabrescente, annuale a fusti striscianti e ramosi, lunghi 5-30 cm; foglie cauline pennatopartite, le inferiori bipennatosette (lunghe fino a 8 cm); fiori a sepali di 1,2-1,5 mm, lungamente persistenti e petali bianchi di ~ 2 mm, raggruppati in racemi più brevi delle foglie; siliquette (3-4 X 2-3 mm) reniformi, arrotondate in alto e coperte da pliche e verruche tubercolate alte fino a 1 mm.

Habitat: aree ruderali e calpestate.

  • Cascine di Tavola: Gestri 2022: Piante vascolari in “Conosci la Città” sul sito del Comune di Poggio a Caiano.

lep did

lep did 2

-Lepidium didymum L. LAPPOLINA AMERICANA 

T rept – Neofita naturalizzata di orig. N-Americ. - II-VI – Rara ma in espansione.

Erbacea ± pelosa, a fusti (5-25 cm) striscianti al suolo e assai ramificati; foglie inferiori lunghe fino a 2 cm, bipennatosette per lo più a 9 foglioline di ca. 2,5 mm intere o con pochi denti, le cauline alterne, pennatosette e subsessili; i fiori sono piccoli – a 4 sepali di 1 mm e 4 petali bianco-verdastri di ca. 2 – e riuniti numerosi in infiorescenze brevi poste all'ascella delle foglie; si allungano a maturazione; siliquette rugose, didime e smarginate in alto.

Habitat: incolti assolati, poco erbosi, zone calpestate.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Gestri in Peruzzi & al. 2024:  a SW di Migliana, via delle Cavallaie, loc. Le Porine (Cantagallo).

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-Lepidium draba L. LATTONA 

G rhiz/H scap – Medit.-Turan. - V-VII – Relat. comune.

Erbacea perenne, a fusto alto 20-40 cm, molto foglioso, a rami eretti; foglie cauline oblungo-lanceolate e abbraccianti il caule con 2 orecchiette; fiori bianchi, piccoli, riuniti in ampia infiorescenza corimbosa ricca; le siliquette, rigonfie e glabre, non sono alate, hanno aspetto cordiforme con stilo sporgente.

Habitat: zone ruderali, incolti, margini stradali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: dal Lago Verde a S. Ippolito (2024) (Cantagallo-Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016 (sub Cardaria draba (L.) Derv.): Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub Cardaria draba (L.) Derv. subsp. draba): Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub Cardaria draba (L.) Derv.): nei residui coltivi ed in oliveta.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S) (sub Cardaria draba (L.) Derv. subsp. draba).
  • Pianura: 6 oss. Pinzani 2022 Wikiplantbase#Toscana: fra Casale, Iolo e Cafaggio (Prato); nuovi ritrovamenti: incolto a Montemurlo (2023); Galcetello (2024) (Prato).

lep gra

-Lepidium graminifolium L. subsp. graminifolium LEPIDIO GRAMINIFOGLIO 

H scap – Euro-Medit. - V-X – Relat. comune.

Erbacea a fusto eretto e molto ramificato, alta 40-80 cm; foglie superiori lineari intere, non abbraccianti, le inferiori da intere, a dentate, a lirate, le cauline larghe meno di 5 mm; fiori bianchi e piccoli (1 mm) a sepali ovali bordati di bianco in alto, sono riuniti in grappoli che si allungano alla fruttificazione; la siliquetta (2-4 mm) è glabra, piccola, ovoide ed acuta, a lungo pedicello e a stilo evidente.

Habitat: area ruderali, margini stradali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: da Fabbro a Migliana (2023) (Cantagallo).
  • Calvana: Fiori 1914 (sub L. iberis); Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: marginale, non su ofioliti (Prato, Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: sponde del Bisenzio e sulla pista ciclabile a Prato (2023). Anche altrove sui marciapiedi ecc.

lep vir

-Lepidium virginicum L. LEPIDIO DELLA VIRGINIA

T scap – Neofita naturalizzata di origin. N-Americ. - V-VIII – Rara.

Erbacea pubescente di 10-60 cm, a fusto eretto e ramificato in alto; foglie inferiori obovate e dentate fino a pennatifide, le medie lanceolato-dentate e le superiori più strette; i piccoli fiori (sepali di 1 mm e petali bianchi di 1,8-2 mm) sono riuniti in racemi assai lunghi, alla fruttificazione i pedicelli appaiono più lunghi (fino a 3 volte) delle siliquette di forma rotondeggiante, smarginate in alto e prive di stilo evidente.

Habitat: zone ruderali, margini stradali, incolti, alvei di corsi d'acqua.

Distribuzione sul territorio:

  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: ex-cava di su terra di riporto (Prato).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: alveo del Bardena a Galcetello (2024) (Prato).

 

Il genere Lunaria

conta 3 specie a distribuzione europea (2 in Italia). Si tratta di entità caratterizzate, all'interno della Famiglia, soprattutto dalle foglie a lembo triangolare e cordate (numerose le cauline), i fiori attinomorfi, a petali roseo-violacei, uguali fra loro e le siliquette appiattite, ± ellittiche e larghe più di 1,5 cm.

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lun an2

-Lunaria annua L. LUNARIA, MEDAGLIONI DEL PAPA 

H scap – SE-Europ. - IV-VI – Comune.

Erbacea robusta, a fusto eretto, alta anche più di 1 m; ha foglie grandi, dentellate irregolarmente, ovato-triangolari e cordate alla base, lungamente picciolate le inferiori, le superiori più piccole e sessili; fiori grandi a 4 petali da violacei a porporini, a bianchi ed anche a volte variegati; caratteristici i frutti (medaglie del papa): da ovali a suborbicolari (diametro 2-6 cm) e rotondeggianti alla sommità, traslucidi (si riescono a intravedere al suo interno i semi alati), da verdi divengono argentei a maturità.

Habitat: margini boschivi, di sentieri, forre, incolti ombrosi e sassosi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2002 e Bettini & al. 2009: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: zona Montecuccoli (2017) (Vernio); dal Fabbro a Migliana (2018), da Carmignanello a Gricigliana (2023) (Cantagallo), ma anche altrove diffusamente!
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: i Bifolchi (Prato).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: qua e là in zone marginali...
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

lun re

lun re2

-Lunaria rediviva L. LUNARIA COMUNE 

H scap – Europ. - V-VI – Rara.

Erbacea robusta a fusto eretto, ramoso nella parte superiore, alta da 40 a 100 cm; è simile a L. annua dalla quale si distingue per avere tutte le foglie (anche le superiori) picciolate, le siliquette ellittiche ed acute alla sommità ed infine i semi non alati.

Habitat: specie boschiva di zone fresco-umide (sponde torrenti, forre ecc.).

Distribuzione sul territorio:

Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Venturi 2006: Limentra orientale.

Colline di Montemurlo: Biagioli & al. 1999 (sub Lunaria comune): APMF: sopra i 300 m a Rio Funambula (Montemurlo); nuovi ritrovamenti: sopra la fattoria di Javello all'incrocio del sentiero che sale alle Banditelle con il fosso della Faggeta (2001).

All.3 LR 56/2000

 

Il genere Microthlaspi

conta 4 specie di origine euro-siberiana (2 in Italia). Le sue piante sono caratterizzate, all'interno della Famiglia, dalle foglie cauline intere e amplessicauli, dai fiori attinomorfi con petali uguali fra loro e di colore bianco o roseo, l'infiorescenza a racemo, priva di foglie e brattee e la siliquetta deiscente, eretta, alata, non articolata e appiattita. Si distingue dall'affine genere Thlaspi (a cui appartenevano le sue piante) per avere foglie cauline intere, glauche e con massima larghezza nella metà basale, semi lisci e stilo della siliquetta inferiore a 0,4 mm. Sono piante prive di odore.

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mic per2

-Microthlaspi perfoliatum (L.) F.K.Mey. ERBA STORNA PERFOGLIATA 

T scap – Paleotemp. - III-V – Relat. comune.

Erbacea a fusto eretto e generalmente non o poco ramificato, alta 10-30 cm; foglie intere o dentellate, le basali obovate e le cauline lanceolate e amplessicauli; i piccoli fiori hanno petali bianchi di 1,5 mm con sepali più brevi e sono riuniti in racemo che si allunga considerevolmente alla fruttificazione; siliquette alate e obovate su peduncoli circa di analoga lunghezza.

Habitat: margine coltivi, incolti erbosi, olivete, campi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: da Fabbro a Migliana (2018) (Cantagallo); sopra Vernio verso la Rocca (2021), strada da Vernio verso L. Verde (2022); da Lucciana verso Cavarzano (2023) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 (Thlaspi perfoliatum L.) e Gestri & Peruzzi 2016 (sub Noccaea perfoliata (L.) Al-Shehbaz): Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Colline sopra Montemurlo: nuovi ritrovamenti: presso Agriturismo S. Giorgio (2024).
  • Colline sopra Prato: nuovi ritrovamenti: Fornaci sopra Figline (2024).
  • Montalbano: Caruel 1860-64 (sub Thlaspi perfoliatum L.): “a Artimino … (Cal!)” (Carmignano); Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: zone marginali su muretti.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

 

Il genere Mummenhoffia

conta 2 specie: una erbacea nativa di Europa, Asia occidentale ed una arbustiva dell'Africa tropicale e subtropicale. Appartenevano al genere Thlaspi fino al 2018. Piante erbacee annuali che odorano evidentemente di aglio.

mum al

mu al2

-Mummenhoffia alliacea (L.) Esmailbegi & Al-Shehbaz (=Thlapsi alliaceum L.) ERBA STORNA ALLIACEA 

T scap – S-Europ.-Subatl. - III-V – Rara.

Erbacea alta da 10 a 70 cm, a fusto eretto, pelosa in basso; le foglie basali si presentano spatolate e ± profondamente divise e dotate di picciolo, le superiori, oblunghe e dentate, abbracciano il fusto con 2 orecchiette acute; i fiori sono piccoli, a petali bianchi e calice giallastro, sono riuniti in racemi che si allungano alla fruttificazione; siliquette obovate, di 5-10 mm, ad ali poco evidenti; caratteristico l’odore alliaceo che si spigiona dalla pianta allo sfregamento.

Habitat: prati, aree coltivate.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino pratese principale: Gestri in Peruzzi & al. 2024: Alpe di Cavarzano e presso il Lago Verde loc. San Quiriquello (2018) (Vernio).
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub Thlapsi alliaceum L.): presso il Poggetto (Poggio a Caiano).

 

Il genere Murbeckiella

conta 5 specie native delle zona caucasica, SW-europea e N-africana (2 in Italia). Le sue piante si caratterizzano nella Famiglia per le foglie cauline mediane e superiori pennatopartite con lobo superiore maggiore dei laterali (le inferiori più piccole), i fiori a petali bilobi, bianchi, lunghi ca. 2 mm, il frutto a siliqua peduncolata a evidente nervatura mediana.

NB: la denominazione è una dedica al botanico svedese Svante Samuel Murbeck (1859–1946).

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-Murbeckiella zanonii (L.) Scop. ERBA CORNACCHIA DI ZANONI* 

H scap – Endemica del Centro-Italia – VI-VII – Non rara, ma localizzata sull'Appennino principale.

Erbacea a fusti ascendenti e flessuosi, alta 10-30 cm; foglie caratteristicamente pennatopartite a lobi ± spatolati, le cauline inferiori minori a 11-13 lobi e a contorno spatolato, le superiori hanno sempre 11-13 lobi ma più stretti e lunghi 5-6 mm; i piccoli fiori a petali bilobi e bianchi sono riuniti in infiorescenze a racemo che si allunga alla fruttificazione; le silique sottili e lunghe 2-4 cm, sono poste su pedicelli di 5-10 mm che si ancorano al fusto ad angolo acuto.

Habitat: macereti, zone rocciose (non calcaree) sopra una certa altitudine.

Distribuzione sul territorio:

Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2001: Riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Arrigoni & al. 2002: Passo degli Acandoli, Cascina Vespaio, Poggio di Celso (Cantagallo); Arrigoni & al. 2005 e Ricceri 2006: Riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti e riconferme: dall'Acqua alla Rasa (2007), al margine della strada che scende dalla Rasa a Cantagallo, Poggio di Celso (2022), sopra gli Acquiputoli (2023), a N delle Cavallie (2024) (Cantagallo).

All.3 LR 56/2000, Re.Na.To.

*dedica al botanico emiliano Giacomo Zanoni (1615-1682).

 

Il genere Myagrum

è monospecifico. Caratterizzato dalle foglie intere e le cauline amplessicauli, il frutto a siliquetta clavata a tre logge e i petali gialli.

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-Myagrum perfoliatum L. MIAGRO LISCIO 

T scap – S-Europ.-SW-Asiat. - IV-V – Molto rara.

Erbacea glauca, glabra, a fusto eretto con ramificazioni patenti, alta 20-80 cm; foglie basali sinuate o ± profondamente dentate, le cauline abbraccianti il fusto con due orecchiette; fiori piccoli con petali gialli di 3-5 mm, riuniti in racemi che si allungano alla fruttificazione; siliquetta lunga 5-8 mm, subtriangolare, ristretta in un mucrone apicale, compressa e posta su pedicelli appressati, più brevi ed ingrossati in alto.

Habitat: coltivi e campi.

Distribuzione sul territorio:

  • Monte Le Coste: Gestri & Peruzzi 2013b: sopra Figline verso Cerreto.

 

Il genere Nasturtium

è di origine euroasiatica e conta una decina di specie (3 in Italia). Le sue piante (erbacee acquatiche) presentano foglie ± profondamente divise con lobo apicale poco maggiore dei laterali, fiori a petali bianchi ed il frutto è una siliqua ellittica, non articolata e posta su peduncoli allungati.

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-Nasturtium officinale R. Br. CRESCIONE D’ACQUA 

H scap – Cosmop. - V-VII – Poco frequente (a volte abbondante nei luoghi di crescita).

Erbacea acquatica perenne, a fusti tubulosi, prostrati o ascendenti, lunghi 10-60 cm, che radicano ai nodi; le foglie sono pennatosette col lobo superiore un poco più grande; i piccoli fiori - a 4 petali bianchi lunghi 6-7 mm e sepali bruni di ca. 3 mm - sono riuniti in breve racemo che si allunga alla fruttificazione; le silique, ellittiche e lunghe 10-20 mm, contengono numerosi semi posti su due serie.

Habitat: torrenti, fossi, zone umide.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Gestri 2018: raro nelle zone umide del comune di Vernio e Cantagallo; nuovi ritrovamenti: a ovest del tabernacolo di Gavigno (2021) (Cantagallo).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946.
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016 (sub. C.o R. Br. subsp. officinale): Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Localizzazioni generiche: Baroni 1897-1908: Prato (Somm. herb.); Biagioli & al. 1999 (sub Crescione): Ampil Monteferrato.
  • Montalbano: Baroni 1897-1908: Prato (Somm. herb.) (?); Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: ristagni... ex-cava di Pian di Gello (Prato).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: nel letto del t. Bardena a Galcetello (2020) (Prato).

PS: pianta officinale, contenente altissimi livelli di vitamina C (e non solo…), conosciuta dai medici fin dal XVII° secolo per la prevenzione e la cura dello scorbuto.

NB: le cime fogliose si consumano in insalata quasi sempre miste ad altri radicchi: il sapore risulterebbe troppo piccante se mangiate da sole.

 

Il genere Neslia

è monospecifico di origine mediterraneo-turanica. Erbacea a foglie intere con le cauline amplessicauli, fiori a petali di ca. 2 mm, gialli, sepali eretti e frutto a siliquetta più larga che lunga e più breve del pedicello soggiacente.

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?-Neslia paniculata (L.) Desv. NESLIA COMUNE 

T scap – Medit.-Turan. - IV-VI – Rarissima o scomparsa.

Erbacea pelosetta, a fusto eretto con rami ascendenti, alta 20-100 cm; foglie inferiori oblunghe ed intere, le cauline lanceolato-sagittate; i fiori, a petali gialli (2 mm) e sepali eretti, sono riuniti in racemo ramificato e allungato; le siliquette globose (più larghe che lunghe del diametro di ca. 2 mm), presentano pedicelli 2-4 volte superiori, con 1 solo seme e valve reticolate.

Habitat: coltivi e terreni lavorati per lo più su suoli calcarei.

Distribuzione sul territorio:

  • Localizzazioni generiche: Baroni 1897-1908: Prato (Somm. herb.).

 

Il genere Noccaea

conta poco meno di 80 specie distribuite in America, N-Africa e Eurasia (una quindicina in Italia). Si tratta di piante erbacee bienni o perenni che presentano fusto evidente e fogliato, foglie glauche, le basali in numero medio di 5-9, dotate di lungo picciolo e foglie cauline dentate e amplessicauli, semi lisci, fiori attinomorfi a petali simili fra loro, infiorescenza senza brattee e frutto non articolato a siliquetta sessile.

NB: il genere è dedicato a Domenico Nocca, abate e botanico italiano vissuto a cavallo del XVIII e XIX secolo.

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?-Noccaea minima (Ard.) F.K.Mey. ERBA STORNA ALPESTRE 

H scap – Orofita S-Europ. - V-VI – Rara o assente.

Erbacea a fusti emergenti da rosette fogliari (foglie picciolate di forma spatolata) non ramosi ed alti 5-15; foglie cauline abbraccianti; i fiori, a petali bianchi di ca 5 mm e sepali minori, sono riuniti in una compatta infiorescenza a racemo (lunga alla fruttificazione max. 4 cm); siliquette più lunghe (ca. 7 mm) che larghe, stettamente alate.

Habitat: prati, pascoli, macereti.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2005 (sub Thlaspi alpestre Jacq) e Ricceri 2006 (sub Thlaspi alpestre Jacq subsp. alpestre): Acquerino-Cantagallo.

NB: dubbia la sua presenza in Toscana.

 

Il genere Odontarrhena

ad areale incentrato in Eurasia temperata ed in America subartica, è costituito, a seconda degli Autori, da una ottantina ad una sessantina di specie (6 in Italia) molto simili morfologicamente al genere Alyssum, da cui è stato solo recentemente separato per evidenze genetiche. Le sue entità presentano un dentello sul filamento dello stame, da cui deriva la denominazione: odon = dente e arrén = maschio, parte maschile del fiore. Esse sono accumulatrici di metalli pesanti, hanno generalmente portamento suffruticoso con fiori gialli, riuniti in infiorescenze composte a racemo; ogni loggia delle siliquette (compresse, al più un po' rigonfie) contiene un solo seme.

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odo ber3

-Odontarrhena bertolonii (Desv.) Jord. & Fourr. Alisso di Bertoloni 

Ch suffr – Endemismo italiano delle aree ofiolitiche di Toscana e Liguria – IV-VI – Comune sul Monteferrato.

Suffrutice a fusto assai ramificato e contorto, alto 15-40 cm, legnoso in basso e a ramificazioni fiorifere verdi e arcuato-ascendenti; le foglioline (larghe meno di 5 mm e lunghe fino a 15) sono intere di forma oblanceolato-spatolate, spesso piegate a doccia, assai pelose con faccia superiore verdastra e inferiore biancastra; i piccoli fiori – a petali gialli di 2 mm e sepali di 1,5 – sono riuniti in infiorescenza corimbosa; il frutto è una siliquetta ellittica ad apice acuto, piccola (c/a 2 X 4 mm) e glabra (o con scarsi peli stellati) ed il seme è ellittico con ala molto stretta e di colore brunastro.

Habitat: ambienti rocciosi e sassosi di serpentino.

Distribuzione sul territorio:

  • Monteferrato: Tozzi 1702 (sub Thlaspi): Monteferrato... in quantità...; Parlatore 1893 (sub Alyssum argenteum All.); Caruel 1860-64 (sub Alyssum argenteum All.); Fiori 1914 (sub Alyssum argenteum v. bertolonii); Nyarady 1927 e Messeri 1936 (sub Alyssum bertolonii Desv. f. typicum Nyàr.); Ricceri 1972, Arrigoni 1974, Cortini Pedrotti 1974, Corti 1975, Arrigoni & al. 1979, Arrigoni & al. 1980, Arrigoni & al. 1983, Ricceri 1993, Ricceri 1998 e Gestri & Biagioli 1992 (sub Alyssum bertolinii Desv.); Biagioli & al. 1999 (sub Alisso di Bertoloni); , Biagioli & al. 2001, Biagioli & al. 2002, Ricceri 2006, Foggi & Venturi 2009 e Ricceri 2010 (sub Alyssum bertolonii Desv.).

 

Il genere Pseudoturritis

è genere monospecifico (precedentemente inserito in Arabis). Si tratta di piante a foglie cauline intere, abbraccianti il fusto, i fiori a sepali saccati alla base e petali bianchi, il frutto a siliqua. Si distingue dal genere Turritis per i semi posti in un solo rango (in Turritis su 2 ranghi) e da Arabis per più fiori inferiori muniti di brattea (solo eventualmente 1 o 2) e le silique mature più lunghe di 9 cm, arcuate verso il basso e unilaterali.

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-Pseudoturritis turrita (L.) Al-Shehbaz ARABETTA MAGGIORE 

H bienn/H scap – Orofila Medit. - III-V – Relat. comune dalla regione collinare a montana.

Erbacea pubescente (peli peduncolati a più raggi) di 30-80 cm, a fusto eretto e robusto, ramificato in alto; foglie intere e dentato-sinuate, le basali oblunghe e picciolate, le cauline numerose, lanceolate e abbraccianti con 2 orecchiette ottuse; i fiori - a petali di 6-10 mm, bianco-giallastri e lembo eretto ed a sepali lunghi come i pedicelli – sono riuniti in un racemo con presenza di brattee almeno in basso che si allunga alla fruttificazione; le silique si presentano allungate (9-15 cm) su pedicello eretto ed ingrossato, arcuate verso il basso ed unilaterali.

Habitat: in zone boschive o arbustive rocciose o sassose al di sopra di 400-500 m.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Baroni 1897-1908 (sub Arabis turrita L.): Montepiano (Somm. herb.); Arrigoni & al. 2001(sub Arabis turrita L.): Riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006 (sub Arabis turrita L.): Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: dal Lago verde a S. Ippolito (2022) (Vernio-Cantagallo); sopra Castello (Luicciana) (2021), sopra Tabernacolo Gavigno (2023), Grigliana 2024 (Cantagallo); crinale sopra il Gallo di Vernio (2019), Luciana (2024) (Vernio).
  • Calvana: Gestri 2009 (sub Arabis turrita L.), Gestri & Peruzzi 2016: Vaiano, Cantagallo; oss. Pinzani 2021 Wikiplantbase#Toscana: tra i Centopini e i Bifolchi (Prato).
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: verso Reticaia (2024).
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Arabetta maggiore): Ampil Monteferrato.
  • Montalbano: gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Biagioli & al 2002 (sub Arabis turrita L.): Sentiero Patriarchi sul greto del torrente Bagnolo (Montemurlo).
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

 

Il genere Raphanus

conta 3 specie di origine euroasiatica (1 in Italia con 3 sottospecie). Si tratta di piante erbacee, annuali o perenni, caratterizzate dalle foglie basali profondamente divise, dai fiori a petali gialli, bianchi o violacei, dall'infiorescenza a racemo privo di brattee e dal frutto a siliqua divisa in senso trasversale in 1-11 articoli di analogo aspetto e con all'estremità superiore dotata di un becco privo di semi e lungo 1-3 cm.

 

-Raphanus rahanistrum L. s.l. ROMOLACCIO

Erbacea annuale, pelosa e ispida, alta fino a più di 70 cm, a fusto eretto o ascendente e ramoso; foglie lunghe fino a 15 cm, le inferiori lirate e le superiori dentate e più piccole; fiori grandi con petali di 1,5-2,5 cm e sepali violacei; le siliquette sono eretto-patenti, e a maturità dotate di ingrossamenti (da 3 a 11) sovrapposti e sormontati da un lungo becco.

Habitat: zone ruderali e coltivate.

NB: in bibliografia a volte non viene specificata la sottospecie di appartenenza, quindi, nel caso, collocheremo le localizzazioni territoriali qui di sotto (s.l.).

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009 Cantagallo.
  • Monteferrato: Biagioli & al 2002: presso l'ex-convento di Galceti (Prato).

Si riconoscono 5 sottospecie in Europa e 3 in Italia (presenti anche nel Pratese).

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- - Raphanus raphanistrum L. subsp. landra (Moretti ex DC.) Bonnier & Layens RAMOLACCIO SELVATICO LANDRA

T scap – Medit. - III-VI – Relat. comune.

Si caratterizza per la radice non tuberosa, le foglie a lobi laterali (ca. 6 paia) distanziati fra loro, i fiori a 4 petali sui 15 mm, gialli o più raramente bianchi o bianco-giallastri (a volte venati di viola), con unghia ca. lunga come il lembo e la siliquetta larga 5-8 mm sui rigonfiamenti che contengono i semi (generalmente non più di 4) con becco di 1,5-4 cm.

Habitat: coltivi e zone ruderali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Risubbiani verso Montepiano (2022) (Vernio).
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: presso Colle (Cantagallo).
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzer 2021.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
  • Pianura: nuovi reperimenti: alveo del Bisenzio lungo Viale Galilei, margine campo coltivato in via del Campaccio (2024) (Prato).

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- - Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum RAVANELLO SELVATICO 

T scap/H bienn. – W-Medit. - III-VI – Relat. comune.

Si caratterizza rispetto al precedente per i petali dei fiori generalmente bianchi o bianco-violacei e per la larghezza della siliqua matura in corrispondenza dei semi di 3,5-5 mm (generalmente con 4 o più semi per siliqua).

Habitat:

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: Gricigliana (2024) (Cantagallo).
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: prati sopra il paese (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.

 

- - Raphanus raphanistrum subsp. sativus (L.) Schmalh. RAVANELLO, RAFANO 

T scap/H scap - Occasionale forse di orig. Medit. - III-XI – Raro (escluse le piante coltivate).

Si caratterizza per la radice rigonfia e carnosa del sapore acidulo e di colore rosato, bianco o nerastro (la parte per cui viene coltivato!), fiori a petali bianchi o violacei e per le silique eretto-patenti, oblungo-lanceolate, rigonfie (diametro 8-15 mm) e senza strozzature pronunciate fra i semi.
Habitat: coltivi o presso di essi.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzer 2021.

NB: E’ pianta sicuramente sfuggita alla coltivazione in quanto non conosciuta allo stato spontaneo. Sembra che per digerire più facilmente il ravanello, esso vada consumato insieme alle foglie basali più tenere, che però, essendo assai “dure”, vanno masticate adeguatamente.

 

Il genere Rapistrum

conta due specie di origine europea, ambedue presenti in Italia. Le sue piante sono irsute e presentano fusto ben sviluppato, fiori a petali gialli e frutti a siliquetta; quest'ultima è posta su un pedicello breve e appressato e costituita da due articoli sovrapposti di cui il superiore verrucoso.

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-Rapistrum rugosum (L.) All. MIAGRO PELOSO, MARMORACCIA 

T scap – Euro-Medit. - V-VII – Non comune.

Erbacea irsuta, alta 30-70 cm, eretta con numerose ramificazioni ± patenti; le foglie inferiori sono lirate, a lobo superiore più grande, e picciolate, le superiori lanceolate, dentellate e sessili; fiori a 4 petali giallo-pallidi e frutto a siliquetta costituita da due articoli indeiscenti (il superiore globoso e verrucoso, l’inferiore ovale e di minor spessore), essa si prolunga in alto nello stilo e in basso è inserita su un peduncolo breve e appressato al fusto.

Habitat: incolti, prati, zone ruderali, margini di strada e sentieri.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009, Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzer 2021.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: zona Paretaio (2024).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmigano.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).

 

Il genere Rorippa

è costituito da un'ottantina di specie a distribuzione subcosmopolita (9 in Italia). Vi appartengono piante erbacee annuali e, per lo più, perenni, alte da 30 a 120 cm; quasi tutte vegetano in zone umide. Hanno numerose foglie cauline dentate, fiorellini a 4 petali gialli, silique 3-6 volte più lunghe che larghe (di lunghezza max. 18 mm) con valve senza nervature evidenti e semi in (1-) 2 ranghi; molte hanno un odore pepato.

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-Rorippa amphibia (L.) Besser CRESCIONE DI CHIANA

H scap – Eurosiber. - V-VII – Rara.

Erbacea stolonifera a fusto eretto o ascendente – radicante in basso - assai ramificato, lungo 30-100 cm (a volte assai di più) che si caratterizza per i petali più lunghi dei sepali (fino al doppio), le foglie cauline intere, dentate, amplessicauli, ma senza orecchiette evidenti (le inferiori sono da inciso-dentale a lirate, a pennatifide) e siliquetta ovoide (larga 1,5-3 mm, lunga 2,5-6 mm a maturità) con becco eguagliante il resto del frutto e posta su pedicelli 3-4 volte più lunghi.

Habitat: zone umide con acqua stagnante o a lento corso (spesso immersa alla base).

Distribuzione sul territorio:

Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: confluenza di R. Fornelli nel Bisenzio (Cantagallo).

Cascine di Tavola: Stampi 1967 (sub Nasturtium amphibium R. Br. ), Gestri & Lazzer 2021.

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-Rorippa austriaca (Crantz) Besser CRESCIONE AUSTRIACO 

H scap – E-Medit.-Pont. - V-VII – Rara.

Erbacea fortemente stolonifera a fusto eretto e ramificato, alta 20-80 cm; le foglie sono generalmente intere, le cauline dentate, lanceolate e abbraccianti; i fiori - a petali gialli e sepali più brevi (1-2 mm) – sono riuniti numerosi in racemo che si allunga alla fioritura; il frutto è una siliquetta globosa del diametro di 2-3 mm, con stilo persistente più breve del frutto, e posta su peduncoli molto più lunghi (fino a 5 volte).

Habitat: zone fresco-umide (non proprio nell'acqua come spesso altre specie congeneri).

Distribuzione sul territorio:

  • Colline di Montemurlo: Gestri 2023a: via di Javello in loc. Casaccia (43.959651 N, 11.050284 E), incolto erboso a margine della strada bianca, coperto in gran parte da una ricca colonia della nostra specie, ca. 170 m s.l.m.

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ror pa2

-Rorippa palustris (L.) Besser CRESCIONE PALUSTRE 

T scap/H scap – Subcosmop. - V-VII – Rarissima

Erbacea a fusto eretto o prostrato e striato, alta 10-60 cm, a foglie per lo più pennatosette, le basali presto scomparse e le cauline abbraccianti il fusto con orecchiette; si caratterizza inoltre per i petali lunghi circa quanto i sepali e la siliquetta oblunga (4-8 x 2 mm), un po’ ricurva, lunga al max. 1-2 volte il peduncolo.

Habitat: ambienti inondati, sponde corsi d'acqua.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzer 2021: cassa d'espansione dell'Ombrone.

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-Rorippa X prostrata (J.P.Bergeret) Schinz & Thell. CRESCIONE IBRIDO 

H scap – Medio-Europ. (Subatl.) - Rara.

Erbacea a fusto generalmente cavo, ascendente, alto 30-100 cm; le foglie cauline superiori si presentano dentate o pennatopartite non o poco ristrette all'inserzione sul fusto; fiori a petali più lunghi dei sepali, il frutto maturo è una siliqua ellittica lunga 5-10 mm e larga 1,5-2 mm, con stilo persistente di 1-3 mm su pedicelli orizzontali o diretti in basso.

PS: si tratta di un ibrido fissato fra R. amphibia e R. sylvestris, che presenta caratteri morfologici intermedi fra le due specie parentali.

Habitat: zone umide, prati allagati, alvei di corsi d'acqua.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: presso Luicciana (2021), sotto il Tabernacolo di Gavigno (2022) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016 ( sub R. anceps (Wahlend.) Rchb.): confluenza di Rio Fornelli nel Bisenzio (Cantagallo).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub R. anceps (Wahlend.) Rchb.): campo umido sopra Villa Bencini Tesi (Bacchereto, Carmignano); poco oltre il Poggetto sulla sponda del torrente Furba verso e a Bonistallo (P. a Caiano).

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-Rorippa sylvestris (L.) Besser CRESCIONE SELVATICO 

H scap – Eurasiat. - V-IX – Non comune.

Erbacea a fusto pieno, eretto, prostrato o ascendente e assai ramificato, alta 20-60 cm, che si caratterizza per i petali più lunghi dei sepali, le foglie cauline fortemente divise, a segmenti lanceolati e dentati (i laterali si restringono alla base), non abbraccianti il fusto, e siliqua matura (9-22 x 1-1,2 mm, con stilo di 0,5-1,2 mm) lunga circa quanto il peduncolo.

Habitat: aree fresco-umide incolte, ruderali, sui margini boschivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: dalla Dogana verso le Macchiarelle di Migliana in castagneto (Cantagallo) (2018); S. Ippolito, sopra Montepiano verso il Gasperone (2020), Mercatale (2022) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzer 2021.
  • Calvana: Gestri 2009, Gestri & Peruzzi 2016: Poggio Castiglioni (Prato)
  • Cascine di Tavola: Stampi 1967 (sub Nasturtium sylveste R. Br.), Gestri & Lazzer 2021.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: sopra Montemurlo verso Cicignano (2024)
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: margine strada al Podere dell'Orto, presso il lago Montalbano e in un laghetto sopra Prato Rosello (Carmignano).
  • Monteferrato: nuovi ritrovamenti: alveo del Bardena (2020).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: abbondante nell'alveo del Bisenzio lungo V. Galilei (2024) (Prato)

 

Il genere Sinapis

conta 5 specie di origine paleotemperata (3 in Italia con alcune sottospecie). Si tratta di piante erbacee a foglie basali profondamente divise (lirate o pennatofide), le cauline non amplessicauli, i fiori a petali gialli di 6-8 mm e a lunga unghia, i sepali patenti e il frutto a siliqua con valve a 3 o più nervi (nell'affine genere Brassica le valve hanno 1 sola venatura dorsale ben marcata!) e becco apicale privo di semi, più lungo di 3 mm e ± compresso. Differiscono dal genere Eruca per i sepali patenti, uguali o simili fra loro e nessuno saccato in basso, il becco della siliqua allungato, le valve a 3-7 venature e i semi disposti in 1 solo rango.

 

-Sinapis alba L. SENAPE BIANCA

Erbacea vellutato-ispida a fusto eretto e molto ramificato, alta 20-70 cm; foglie inferiori a contorno spatolato e divise in 7-9 lobi; i fiori – petali fino a 9 mm (unghia assai lunga) e sepali sottili e giallastri di ca. 4mm – sono riuniti in lungo racemo con frutti patenti a maturità; la siliqua lunga ca. 3 cm, contiene da 4 a 8 semi e il becco di 1-3 cm è assai compresso.

 

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- - Sinapis alba L. subsp. alba SENAPE BIANCASTRA 

T scap – Euro-Medit. - III-VI – Abbastanza rara.

Ha fusto inizialmente semplice e poi ramificato in alto, foglie evidentemente lirate, frutto di 3-4 mm con becco senza semi e largo meno meno delle valve sottostanti; semi biancastri.

Habitat: ruderale e margine coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Rio Fornelli (Cantagallo).
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub S. a. L. sl): muro presso la Villa Ciabatti (Prato)

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sin al m3

- - Sinapis alba L. subsp. mairei (H. Lindb.) Maire SENAPE DI MAIRE 

T scap – Medit. - III-V – Rara.

Ha il fusto ramificato fin dal basso, le foglie basali evidentemente lirate e il becco (che contiene un seme) alato e più largo delle sottostanti valve; semi scuri.

Habitat: incolti erbosi, margini arbusteti.

Distribuzione sul territorio:

  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.

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-Sinapis arvensis L. SENAPE DI CAMPO 

T scap – Medit. - II-X – Non rara.

Erbacea vellutato-ispida, a fusto eretto e ramoso, alta 30-120 cm; foglie inferiori lirate e cauline dentato-sinuate e sessili; fiori, a petali gialli fino a 9 mm e sepali minori, riuniti in racemo; il frutto è una siliqua conica, ± falciforme, eretto-patente, lunga fino a 9 mm che contiene più di 8 semi con il becco solitamente un po’ compresso di ca. 1cm; pedicelli del frutto maturo di 2-6 mm; semi brunastri e lisci.

Habitat: ruderale e margine coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale.
  • Calvana: Gestri 2009, Gestri & Peruzzi 2016 (sub S. a. L. subsp. arvensis): Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021: Cassa di espansione dell'Ombrone.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
  • Monteferrato: Messeri 1936 (sub Brassica arvensis Rabenh. var. couronensis Bonnier); Biagioli & al. 2002: nei pochi campi coltivati.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (sub S. a. L. subsp. arvensis) (C/S).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: letto del Bardena a Galcetello (2024) (Prato).

 

Il genere Sisymbrium

conta un centinaio di specie diffuse un po' in tutti i continenti (10 in Italia di cui 2 naturalizzate). E' rappresentato per lo più da piante erbacee (raram. suffrutici) spesso pelose (peli semplici) almeno in basso, annuali, bienni o perenni, con foglie basali per lo più profondamente divise, a fiori con petali gialli (a volte bianchi) e frutti a siliqua subcilindrica, assai più lunga che larga (fino a 50 volte) con all'apice un breve stilo (1 mm); valve a 3 nervature.

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?-Sisymbrium irio L. ERBA CORNACCHIA IRIDA 

T scap – Paleotemp. - II-VI – Rarissima o scomparsa.

Erbacea a fusto vellutato ed eretto, a volte ramificato, alta 20-80 cm; caratteristiche le foglie picciolate e roncinato-pennatifide a segmenti laterali (4-6 paia) dentellati ed il centrale (soprattutto nelle foglie più alte) più grande, astato e allungato (da 2 a 3 cm); i fiori piccoli – a petali giallastri o biancastri, con i sepali più brevi del pedicello da 2 a 4 volte – appaiono riuniti in racemo con i fiori superiori spesso superati dalle giovani silique; si allunga alla fruttificazione; silique glabre e ascendenti, gracili (1 mm di diametro) e lunghe 3-4 cm; semi gialli e lisci.

Habitat: zone coltivate, ruderali, margini stradali.

Distribuzione sul territorio:

  • Calvana: Gestri 2009: Vaiano; non ritrovato da Gestri & Peruzzi 2016.

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sis of2

-Sisymbrium officinale (L.) Scop. ERBA CORNACCHIA COMUNE 

T scap – Paleotemp. - V-VIII – Assai comune.

Erbacea, alta 20-90 cm, eretta a ramificazioni divaricate; ha foglie picciolate, le superiori astate, dentellate e le inferiori lirato-roncinate; i fiori sono piccoli, a petali giallo-pallidi di 1-2 mm e riuniti in un racemo lasso e con brevissimo pedicello; silique conico-allungate e strettamente appressate all’asse della lunga infruttescenza.

Habitat: incolti erbosi, aree marginali di boschi e sentieri.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: sopra Migliana verso le Cavallaie (2019) (Cantagallo); Vernio verso il Casigno (2020); sopra Le Soda a E P. Crocetta (2022) (Vernio).
  • Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzari 2021.
  • Calvana: Fiori 1914; Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021: cassa di espansione dell'Ombrone.
  • Colline di Montemurlo: nuovi ritrovamenti: verso Cicignano (2024).
  • Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Erba cornacchia): Ampil Monteferrato.
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
  • Monteferrato: Messeri 1936 (sub S.o. L. var. typicum Abrom.); Biagioli & al. 2002: anche su serpentino... e in zone marginali (Prato, Montemurlo).
  • Pianura: nuovi ritrovamenti: Galcetello (2022), alveo del Bisenzio presso Viale Galilei (2024) (Prato).

NB: come ricorda anche l'epiteto è essenza di antico impiego officinale soprattutto per le affezioni delle vie aeree superiori.

 

Il genere Teesdalea

conta tre specie a distribuzione europea (2 in Italia). Erbacee a foglie solo basali in rosetta, profondamente divise (da pennato-lobate a pennatosette), fiori a petali bianchi, pedicelli fruttiferi eretto-patenti con siliquette appiattite e un poco alate almeno all'apice.

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tes co2

-Teesdalea coronopifolia (G.P.Bergeret) Thell. TEESDALIA A FOGLIE DI CORONOPUS

T scap – Euro-Medit. - II-III – Rara e localizzata.

Erbacea a fusto eretto senza ramificazioni e foglie (raramente 1-3 squamette in basso); foglie tutte basali in rosetta simili a quelle del Coronopus (da cui il nome): picciolate per lo più lirato pennatosette a divisioni sottili (1,5-2 mm) e acute; i fiori - a petali bianchi simili fra loro di ca. 1 mm e sepali minori - sono riuniti in infiorescenza terminale a racemo che si allunga alla fruttificazione; il frutto è una siliquetta appiattita (2,5 x 3 mm) leggermente alata e senza evidente stilo.

Habitat: ambienti erbosi e aridi, presso coltivi.

Distribuzione sul territorio:

  • Montalbano: Caruel 1860-64 (sub T. regularis Sm.): Artimino (Cal!); Baroni 1897-1908 (sub T. regularis Sm.): m. Albano (Somm. herb.); Gestri & Peruzzi 2013a: ben rappresentata a Pratorosello sotto Artimino.
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: parco di Galceti rara (Prato).

 

Il genere Thlaspi

conta 9 specie a distribuzione soprattutto in Eurasia, ma poi diffuse in molta parte del globo (1 in Italia); fino a pochi anni fa vi apparteneva un maggior numero di specie oggi attribuite ad altri generi (Microthlaspi, Mummenhoffia, Noccaea ecc.). Si tratta di erbacee annuali, ad odore di aglio, con fusto ben evidente e fogliato, foglie basali intere, le cauline amplessicauli con larghezza massima al di sopra della metà e lembo dentellato; i fiori sono attinomorfi a petali bianchi e simili fra loro, l'infiorescenza senza brattee a frutti non articolato a siliquetta orbicolare, eretto-patente, appiattita, ± glabra, largamente alata tutt'intorno; i semi appaiono rugosi. Si differenzia da Noccaea in quanto quest'ultima è pianta bienne o perenne che presenta foglie glauche, semi lisci e rigetti laterali non fioriferi; da Microthlaspi per le foglie cauline che presentano larghezza massima nella metà basale e semi lisci; da Mummenhoffia perché quest'ultima ha siliquette ellittiche, strettamente alate e semi alveolati.

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-Thlaspi arvense L. ERBA STORNA COMUNE 

T scap – Subcosmop. - IV-VIII – Rara.

Erbacea glabra, odorante di aglio, a fusto eretto, semplice o ramificato, alta 30-60 cm; foglie lanceolate per lo più dentate grossolanamente, le cauline abbraccianti con orecchiette acute; i piccoli fiori, a petali (di ca. 3 mm) bianchi, sono riuniti in racemo su peduncoli eretto-patenti di ca. 1 cm; siliquette orbicolari (diametro 13-15 mm), largamente alate, con profonda insenatura apicale e breve stilo, si presentano parallele al fusto su peduncoli eretto-patenti; semi nerastri.

Habitat: margini coltivi, aree ruderali.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Venturi 2006: l’unica stazione rinvenuta si trova presso Fossato; nuovi ritrovamenti: rarissimo a ca. metà sentiero fra l'Alpe di Cavarzano e la Scoperta (2024)
  • Monteferrato: Biagioli & al 2002: zone marginali.

 

Il genere Turritis

è costituito da 2 specie subcosmopolite (1 in Italia). Le piante sono pelose solo in basso per il resto glabre e glauche, le foglie cauline sono sessili e intere o quasi (le basali scomparse all'antesi), i fiori hanno i petali bianco-crema e i semi sono disposti in due serie nei numerosi frutti a siliqua, eretti e appressati al fusto.

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-Turritis glabra L. ARABETTA GLABRA

H bienn – Circum.-Artico-Alpin. - V-VIII – Abbastanza rara.

Erbacea a fusto eretto e indiviso, peloso in basso, alta 50-150 cm; foglie basali lanceolate, da dentate a lirate e picciolate (scomparse alla fioritura), le cauline intere, sagittate (abbraccianti il fusto); i fiori – a petali bianco-crema di 4-6 mm ed eretti – sono riuniti in racemo, alla fruttificazione le silique sono lunghe 4-8 cm con valve convesse e nervo mediano evidente, sono strettamente appressate al fusto attraverso un breve peduncolo (8-17 mm); i semi sono disposti in 2 ranghi.

Habitat: oltre una certa altitudine in boschi, arbusteti, margini di sentieri.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Gestri in Peruzzi 2024: Vernio (Prato), Case Gasperone, margine strada bianca a ca. 1050 m s.l.m.. La specie è stata osservata anche sopra il Gorandaccio e sul sentiero 00 a N Crocetta nel comune di Vernio e da Fabbro a Migliana nel comune di Cantagallo.

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