Buxaceae

Famiglia Buxaceae

E' distribuita in quasi tutto il globo (soprattutto nelle aree temperate e tropicali) con 6 generi e una settantina di specie (in Italia 1 genere e 2 specie, di cui una presente, allo stato spontaneo, solo in Sardegna). Si tratta di piante arbustive a foglie coriacee, sempreverdi, opposte o a spirale e prive di stipole; i fiori, unisessuali (soprattutto monoici), presentano ovario supero e perianzio assai ridotto: sono riuniti in spighe o glomeruli; il frutto è una capsula o una drupa.

 

Il genere Buxus 

conta una settantina di specie distribuite in Europa,  America Centro-Meridionale, Africa e Asia Meridionale. Si tratta di arbusti sempreverdi assai ramificati, a foglie coriacee e opposte, fiori a 4 stami e 3 stili, il frutto è una capsula (3 carpelli e 6 semi).

bu se

bux se2

-Buxus sempervirens L. BOSSO, BOSSOLO

NP/P caesp - Sub-Medit.-Sub-Atlant. (in Italia spontaneo quasi solamente sulle Alpi Occ. e Appennino Sett. e Centr., per il resto coltivato o spontaneizzato) - III-IV - Raro o assente allo stato spontaneo.

Arbusto sempreverde assai ramificato, a legno giallastro e duro e rami puberuli, alto 30-300 cm o più; le foglie, ovate o lanceolate, lunghe 10-17 mm e verde scure e lucenti superiormente, sono opposte, brevemente picciolate (1 mm) e a margine intero; i fiori, unisessuali monoici di colore giallastro, sono riuniti in compatti glomeruli ascellari con 1 fiore femminile centrale circondato da fiori maschili; il frutto è una capsula sessile, ovata, di 7mm e sormontata da 3 stili.

Habitat: aree rupestri e boschi di latifoglie al di sotto dei 1000 m. E' coltivato soprattutto per formare dense siepi lungo sentieri e stradine di montagna, o divisori e recinzioni nei giardini e nei parchi.

Distribuzione sul territorio:

  • Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Arrigoni & al. 2002: dalla Cascina Vespaio a Le Barbe; Cascina di Cerliano; Fonte Acerelli; Arrigoni & al. 2005: riserva naturale Acquerino-Cantagallo; Venturi 2006: Limentra orientale; Ricceri 2006; Foggi & Venturi 2009; nuove segnalazioni: da Luicciana a Terrabianca (2013), Codilupo (2023) (Cantagallo).
  • Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
  • Cascine di Tavola: Cenni 1990 (origine antropica);Foggi & Venturi 2009 (di probabile origine colturale).
  • Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: coltivato per ornamento un po’
  • dappertutto (a volte inselvatichito).
  • Monteferrato: Biagioli & al. 2002: coltivato e/o sfuggito alla coltivazione.
  • Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b: coltivato.
  • NB: la pianta è tossica; il suo legno, assai duro, è molto stimato soprattutto per i lavori di tornitura e ebanisteria. 

Condividi