Dipsacaceae
FAMIGLIA Dipsacaceae
Questa Famiglia è stata riconfermata da alcuni anni dopo che le sue specie sono state incluse nelle Caprifoliaceae: recenti studi ne hanno riconfermato la validità anche dal punto di vista genetico. Conta 11 generi e circa 350 specie; si tratta di piante erbacee, annuali, bienni o soprattutto perenni (raramente subarbusti), distribuite soprattutto nelle regioni temperate del globo (Europa, Asia e Africa). Le foglie, prive di stipole, sono opposte (o verticillate); i fiori sono ermafroditi, attinomorfi o zigomorfi, presentano un epicalice basale (involucretto), un calice membranoso o costituito da setole, un ricettacolo nudo e spesso peloso, corolla simpetala a tubo terminante in 4-5 segmenti, 1 stilo ed 1 stimma; i fiori si riuniscono più o meno numerosi a formare un'infiorescenza a capolino circondato da squame involucrali; il frutto è una nucola o un achenio con calice persistente e racchiuso in un involucro.
NB: il genere Scabiosa è costituito da entità assai polimorfe (in realtà un po' tutta la Famiglia anche se in maniera meno spiccata) e recentemente è stato suddiviso in 5 generi distinti (il così detto gruppo “Scabiosa”). Per la determinazione di questi ultimi è necessario soprattutto osservare il frutto, circondato da un involucretto formato da una parte inferiore adesa al frutto stesso e detta tubo che in alto si apre a formare una evidente struttura membranosa, la corona. All'interno della corona si trovano delle sete, che costituiscono il residuo del calice. Nel Pratese a questo gruppo afferiscono il genere Sixalix e il genere Scabiosa s.s.
Il genere Cephalaria
conta una settantina di specie erbacee, annuali, bienni o perenni (rar. subarbusti), distribuite in area mediterranea, Asia e Africa (in Italia 5 specie autoctone – con alcune subspecie – e 2 alloctone). Le sue entità si presentano con un fusto senza spine, fiori ± numerosi (a calice subcircolare-cupuliforme) e riuniti in capolini ovati o subglobosi, con involucro a squame coriacee ed embricate su più ranghi; ricettacolo presenta pagliette più brevi dei fiori; l'involucretto è sessile, a 4-8 coste e a lembo ciliato.
ex-Cephalaria leucantha (L.) Roem.et Schult. VEDOVINA A TESTE BIANCHE
H scap – S-Europ. - VII-IX – Scomparsa.
Erbacea glabrescente, a radice legnosa e fusti ascendenti e assai ramificati, alta 30-80 cm; foglie non coriacee, le basali lunghe fino a 12 cm, pennatosette e a contorno lanceolato e a 4-6 coppie di segmenti via via maggiori verso l'alto ed 1 apicale acuto e dentellato al margine; le foglie cauline appaiono ridotte a volte ad un unico segmento lineare, o a più lobi ± sottili; i fiori, a corolla di 10-15 mm, bianca o giallo-chiara, sono riuniti in capolini globosi di circa 2 cm di diametro, con squame involucrali e pagliette del ricettacolo scariose, più brevi dei fiori; achenio a corona membranosa e con nervature evidenti.
Habitat: prati aridi, soprattutto su calcare.
Distribuzione sul territorio:
- Monteferrato: Messeri 1936 (sub C.l. Schrad. var. typica Fiori); non è più stata ritrovata in seguito!
Foto B. Pierini
-Cephalaria transsylvanica (L.) Roem. & Schult. VEDOVINA MAGGIORE
T scap – SE-Europ.-Caucas. (Pontica) – VII-X – Non comune.
Erbacea alta 20-80 cm, a fusto eretto e gracile, ramificato dal basso e scabro; foglie ispide, le basali lanceolate e le cauline da lirate a pennatosette a segmenti lanceolato-lineari con il terminale più grande, a volte intere; i fiori - a corolla blu-violaceo pallida, con i segmenti esterni più lunghi fino a raggianti nei fiori periferici, calice a coppa, antere salienti e porporine - sono riuniti in capolini emisferici di ca. 1 cm di diametro; le squame involucrali e le pagliette del ricettacolo appaiono scariose, acuminate con breve mucrone e ciliate; calicicolo a 8 denti, persistente nel frutto (cipsela di ca. ½ cm).
Habitat: incolti, campi, radure.
Distribuzione sul territorio:
- Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Prato.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
- Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S): Case Serilli.
Il genere Dipsacus
conta una ventina di specie distribuite in Eurasia e sulle montagne africane (4 indigene e 1 esotica in Italia). Si tratta di erbacee bienni o perenni, a fusti eretti e spinosi, foglie (spinulose) basali e cauline (opposte) intere o divise; i fiori - ermafroditi, con calice a coppa di 4 segmenti, corolla a tubo terminante in 4 lobi disuguali, 4 stami, ovario infero - sono riuniti in capolini terminali ovato-globosi, con brattee involucrali spinulose, fogliacee su 1 o 2 ranghi e involucretto a 4-8 coste; acheni sessili, con calice persistente e circondato da un involucro coriaceo.
-Dipsacus fullonum L. SCARDACCIONE SELVATICO
H bienn (T scap) – Euro-Medit. - VI-VIII – Comune.
Erbacea alta fino a 1 m, a fusto robusto, cavo, solcato e spinuloso; le foglie basali sono oblunghe e le cauline opposte e fuse inseme alla base; i fiori, lillacini e a calice subtetragono, sono riuniti in capolini cilindrici lunghi sui 5 cm, a brattee involucrali finemente lanceolate; il ricettacolo è dotato di pagliette lunghe come i fiori e terminanti in una punta allungata.
Habitat: incolti, campi, margini stradali, zone ruderali.
Distribuzione sul territorio:
- Appennino principale pratese: Porciatti 1959: Pian della Rasa; Gioffredi 1960: Limentra orientale; Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: da Montepiano al Gasperone (2023), sopra il Gallo di Vernio, a N e E P. Crocetta (2024) (Vernio).
- Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Cascine di Tavola: Gestri & Lazzeri 2021.
- Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Scardaccione selvatico): AMPIL del Monteferrato.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
- Monteferrato: Biagioli & al. 2002: alle ex-cave Guarino e Pian di Gello, anche sulle serpentine (Prato, Montemurlo).
- Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (C/S).
PS: è detto cardo dei lanaioli perché in passato sembra che da questa entità selvatica l’uomo sia riuscito a ottenere il Dipsacum sativum (L.) Honck.: il capolino di quest'ultimo, essiccato, era in grado di “cardare” la lana attraverso gli aculei delle pagliette ben più robusti e uniformi di quelle della nostra specie spontanea.
Il genere Knautia
ha distribuzione soprattutto europea e conta una sessantina di specie (una ventina spontanee in Italia). Si tratta di piante erbacee inermi, assai polimorfe e con frequenti ibridazioni che rendono spesso problematico il riconoscimento sicuro della specie o sottospecie: i fiori sono zigomorfi a 4 lobi, i periferici del capolino sono più grandi dei centrali e a lobi esterni chiaramente raggianti; le brattee involucrali sono erbacee e disposte su più ranghi; il ricettacolo è peloso, ma privo di pagliette; l'infiorescenza si presenta a capolino piano o emisferico; il frutto ha un involucretto compresso e con 8-16 denti.
Knautia si distingue da Cephalaria per avere i fiori esterni al capolino più grandi (in Cephalaria simili), il ricettacolo peloso e senza pagliette (in Cephalaria con pagliette più brevi dei fiori), il calice a 8-16 denti.
-Knautia arvensis (L.) Coult. AMBRETTA COMUNE
H scap/H bienn – Eurasiat. - V-IX – Relat. comune.
Erbacea polimorfa, vellutata (a due tipi di peli: alcuni lunghi fino 2,5 mm e revoluti, altri brevi fino a 0,5 mm; a volte anche peli ghiandolari), radice a numerosi rigetti sterili, fusto eretto e ramoso, alta 20-80 cm; foglie basali intere o lobata alla base della lamina, le medie cauline per lo più pennosette o lirate a segmenti laterali da 2 a 16 e sottili, il superiore acuto e più breve del resto della lamina; i fiori – per lo più ermafroditi, a calice con 8 reste, corolla da bluastra-violacea al lilla e lunga 1-1,5 cm - sono riuniti in 3-9 capolini emisferici (diametro 2,5-4 cm) per fusto fiorifero, con i fiori esterni a lobi raggianti; brattee involucrali lanceolate, più brevi dei fiori; il frutto a 4 angoli, peloso, con il calice persistente, è lungo 5-6 mm.
Habitat: incolti, prati, radure boschive.
Distribuzione sul territorio:
- Appennino principale pratese: Venturi 2006: Limentra orientale; nuovi ritrovamenti: Migliana (2018), Tabernacolo di Gavigno (2021) (Cantagallo); Alpe di Cavarzano (2014), sopra Montepiano, da Cavarzano all'Alpe (2020), da Montepiano a Sassetta; sentiero 58 Cai da Gorandaccio a P. Mezzana (2022) (Vernio).
- Calvana: Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Colline a W di Vaiano: nuovi ritrovamenti: Schignano (2023).
- Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Ambretta comune): AMPIL del Monteferrato.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano.
- Monteferrato: Caruel 1860-64: al Monteferrato (Cal!): Fiori 1914; Messeri 1936; Arrigoni & al. 1983; Biagioli & al. 2002: anche su serpentino (Prato, Montemurlo).
-Knautia collina Jord. ARABETTA PURPUREA
H scap – W-Medit.-Mont. - VI-VIII – Rara.
Erbacea con pubescenza a peli brevi, alta 20-80 cm, fusto eretto; è simile ad K. arvensis e K. illyrica, ma si caratterizza per l'assenza di stoloni, il fusto finemente irsuto (peli brevi), internodi brevi nella parte inferiore, corolla da violacea a purpurea, le foglie cauline imparipennate (le superiori di solito con più di 6 lobi laterali) con il segmento terminale lungo ca. come i laterali (in numero di 4-20), ma più largo e non cupidato.
Habitat: praterie e zone rupestri sopra una certa altitudine (400 m ca.).
Distribuzione sul territorio:
- Appennino principale pratese: Venturi 2006 (sub K. purpurea (Vill.) Borbàs): presso Fossato (Cantagallo); nuovi ritrovamenti: presso l'Alpe di Cavarzano (2017) (Vernio).
-Knautia drymeia Heuffel subsp. intermedia* (Pernh. & Wettst.) Ehrend. AMBRETTA DEI QUERCETI
H scap – SE-Europ. - V-IX – Molto rara.
Erbacea alta 30-100 cm, a fusti a densa pelosità, eretti e collocati a lato delle foglie basali, che si presentano picciolate e con lamina ovato-lanceolata, lunga anche più di 10 cm; foglie cauline sessili (esclusa l'inferiore, picciolata e acuta), per lo più intere, dentellato-crenate e distribuite uniformemente sul fusto; i fiori - a corolla roseo-violacea, con tubo di ca. 5 mm così come i 4 lobi in cui si apre, calice a 8-16 reste – sono riuniti in 1-5 capolini del diametro di 2-4 cm con quelli periferici poco più grandi dei fiori centrali; acheni lunghi ca. 4 mm e assai pelosi.
Habitat: radure e margini di boschi di latifoglie.
Distribuzione sul territorio:
- Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: sopra Savignano (Vaiano)
- Montalbano: nuova segnalazione: Pietra Marina (2009) (Carmignano).
*NB: alcuni Autori hanno messo in dubbio l'esistenza delle quattro sottospecie attribuite a questa entità (Rešetnik & al. 2016). Le rare piante osservate nel nostro territorio (vedi foto) sono state da noi attribuite alla subsp. intermedia per l'evidente pelosità di foglie e fusto a peli lunghi e riflesso-patenti (primo carattere distintivo); se però consideriamo la forma delle foglie cauline ovato-lanceolata con dentellatura non molto profonda (e la localizzazione collinare e non di alta montagna) potrebbe essere presa in considerazione l'attribuzione alla subsp. centrifrons (Borbàs) Ehrend., che però dovrebbe presentare peli brevi su fusto e foglie.
Venturi 2006 ha ritrovato la specie in un'unica stazione in territorio pistoiese sul confine con la provincia di Prato: anche Venturi l'attribuisce alla subsp. intermedia.
-Knautia illyrica Bechk AMBRETTA ILLIRICA
H scap – Illirica – V-VII – Rara.
Erbacea a fusto eretto, alta 20-80 cm (per lo più fino a 50), che si caratterizza rispetto alla simile K. arvensis per l'assenza di stoloni, le foglie cauline (generalmente 1-2 paia) divise in (2-)4-6(-10) segmenti laterali (rar. di più) con il superiore cuspidato e lungo circa come il resto della foglia, la corolla tendenzialmente purpurea; il fusto a volte presenta maculatura violacea e i capolini hanno un diametro di 2,5-4 cm (di solito sui 3-3,5).
Habitat: praterie aride e margini boschivi e di arbusteti.
Distribuzione sul territorio:
- Calvana: Arrigoni & Bartolini 1997; Gestri 2009: Vaiano.
- Monteferrato: Arrigoni & al. 1983; Biagioli & al. 2002: soprattutto in bosco chiaro e margine di senteri.
NB: Arrigoni, che l'ha segnalata con altri Autori per primo sul Monteferrato e in Calvana, però nella sua Flora della Toscana (2021) non la cita fra le specie presenti in Regione!
-Knautia integrifolia (L.) Bert. subsp. integrifolia AMBRETTA ANNUALE
T scap – Euro-Medit. - VI-VIII – Non comune.
Erbacea annuale, polimorfa, a radice sottile, alta 20-80 cm, a fusto eretto e ramificato, irsuto in basso; foglie basali in rosetta, picciolate, intere (dentate o crenulate) o ± divise con lamina a contorno ovato o spatolato; foglie cauline ± amplessicauli, per lo più intere o quasi, a lamina da lanceolata a lineare; fiori con calice a 12-24 denti ridotti o quasi nulli e corolla generalmente lillà pallido (i centrali anche biancastri): gli esterni al capolino più grandi degli interni e a lobi periferici evidentemente raggianti; i capolini ermafroditi hanno diametro di ca. 3 cm con 20-40 fiori, quelli femminili diametro di ca. 1,5 cm con 20-30 fiori; involucro con brattee in 2-3 ranghi, lanceolate e ciliate; frutto di ca. 6 mm.
- Appennino principale pratese: Venturi 2006 (sub K. i. (L.) Bert. s.l.): Limentra orientale; Gestri 2018 (sub K. i. (L.) Bert. s.l.): Vernio, Cantagallo.
- Calvana: Arrigoni & Bartolini 1997 (sub K. i. (L.) Bert. s.l.); Gestri 2009 (sub K. i. (L.) Bert. s.l.) e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Ambretta annuale): AMPIL del Monteferrato.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub K. i. (L.) Bert. s.l.): Carmignano.
Il genere Scabiosa
conta circa 70 specie distribuite in area mediterranea, Europa, Asia ed Africa sudorientale (12 in Italia con alcune sottospecie, più 3-4 incerte). Si tratta di entità erbacee altamente polimorfe, annuali o perenni, con foglie opposte, intere o pennate, basali (a volte senza fusti fioriferi) e cauline; i fiori (i periferici maggiori dei centrali e a lobi esterni raggianti) con corolla a tubo breve e 5 segmenti diversi, calice per lo più con 5 reste persistenti nel frutto, sono riuniti in capolini lungamente peduncolati, con brattee involucrali erbacee riunite in 1-3 ranghi, ricettacolo con scaglie ± lineari; la parte inferiore dell'involucro presenta 8 coste. La corona dell'involucretto, eretto-patente sotto il frutto, è larga circa 1,5-2 mm ed ha aspetto ialino (differisce da quella presente in Sixalix, molto breve (0,5 mm) e rivolta in basso).
NB: non c'è ancora un'esatta chiarezza nella determinazione delle varie specie e sottospecie di questo genere, dovuta fra l'altro al polimorfismo di molte entità e all'incostanza di certi caratteri: sono sicuramente necessari altri studi approfonditi per giungere a determinazioni sicure e riuscire a definire con certezza le “specie valide” e qual'è la loro distribuzione in Italia e in Europa. Qui di sotto esporremo i due taxa indicati in letteratura per il Pratese, ma potrebbe trattarsi di un'unica entità che in ambienti diversi assume un aspetto leggermente difforme (appartengono, fra l'altro, allo stesso gruppo!). Nel suo lavoro sulla Flora della Toscana Arrigoni 2021 non accetta S. uniseta come specie autonoma, asserisce - ed è vero! - che il numero di reste corolline nel frutto può variare da 1 a 5 in fiori e capolini diversi della stessa pianta! Altri Autori, al contrario, pensano che in Toscana non sia presente S. columbaria e che S. uniflora sia una specie buona e presente in Regione.
-Scabiosa columbaria L. subsp. columbaria VEDOVINA SELVATICA
H scap – Eurasiat. - VI-IX – Relativamente comune.
Erbacea di 20-80 cm, a fusto eretto e pubescente, ramificato in alto; foglie basali ± pelose, a contorno obovato, ± ottuse e da lirate a fortemente divise, le cauline si fanno verso l'alto sempre più pennatosette con segmenti laterali più o meno sottili fino a lineari (fino a 8-16 volte più lunghi che larghi), il segmento terminale è lungo circa 1,5 volte gli altri; fiori a corolla violacea riuniti in 3-9 capolini del diametro di 2-3 cm a breve peduncolo; le reste calicine, scure, in numero generalmente di 5 e lunghe 2,5-5 mm, sono normalmente persistenti nel frutto.
Habitat: praterie, pascoli, radure, zone marginali.
Distribuzione sul territorio:
- Appennino principale pratese: Venturi 2006 (sub S. c. L. s.l.): Limentra orientale; Foggi & Venturi 2009 (sub S. c. L. s.l.): Scalette (Cantagallo)
- Bargo di Poggio a Caiano: Maugini 1946 (sub S. c. s.l.)
- Calvana: Arrigoni & Bartolini 1997 (sub S. c. L. s.l.); Gestri 2009 (sub S. c. L. s.l.) e Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Localizzazioni generiche: Biagioli & al. 1999 (sub Vedovina): AMPIL del Monteferrato.
- Monteferrato: Biagioli & al. 2002 (sub S. c. L. s.l.): in zone periferiche, generalmente non su serpentino.
- Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (sub S. c. L. s.l.): (C/S)
-Scabiosa uniseta Savi VEDOVINA MERIDIONALE
H scap – Endem. Ital. - V-VIII - Relativamente comune.
Erbacea alta 40-150 cm, simile a S. columbaria dalla quale si distingue per la taglia superiore con fusto glabrescente o peloso solo in basso, la villosità generale più densa, le foglie cauline (pennatifide) a lobi laterali ovato-lanceolati, solo 3-8 volte più lunghi che larghi (dentato-incisi), a lobo terminale più ampio, le reste calicine lunghe 2,5-4 mm e spesso precocemente caduche nel frutto (ne residuano per lo più1 o poche di più).
Habitat: campi, prati, radure.
Distribuzione sul territorio:
- Appennino principale pratese: nuovi ritrovamenti: a N di Monetecuccoli (2018), presso Tabernacolo di Gavigno (2024) (Vernio); alle Scalette (2024) (Cantagallo).
- Bargo di Poggio a Caiano: Gestri & Lazzeri 2021.
- Colline a W di Vaiano: nuovi ritrovamenti: sopra la Collina di Schignano (2024).
- Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a: Carmignano, P. a Caiano.
- Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (S).
Il genere Sixalix
comprende una decina di specie, di cui una presente in Italia (per alcuni Autori con 2 sottospecie). Limitandoci alla nostra entità, essa è assai simile a Scabiosa (al cui genere alcuni ancora l'attribuiscono), dalla quale si distingue per l'aspetto della corona dell'involucretto, che è ridotta ad un cercine spugnoso con lembo ialino di circa 0,5 mm e rivolto verso l'interno.
-Sixalix atropurpurea (L.) Greuter & Burdet VEDOVINA MARITTIMA
H bienn (T scap, H scap) – Medit. - VI-IX – Non molto comune.
Erbacea alta da 20 cm a più di un metro, a fusto eretto e ramificato in alto; foglie polimorfe, con le basali lunghe fino a 10 cm, picciolate, a contorno da spatolato a oblanceolato, da dentellate a lirate, le cauline opposte ed in genere pennatosette con lobi sottili ed il superiore lanceolato e più grande dei laterali; i fiori (gli esterni zigomorfi, a lobi periferici raggianti e un po' maggiori degli interni), ermafroditi, a corolla di ca. 12 mm, da biancastra a porporina, a violacea ± scura, o ad azzurra, sono riuniti in capolini lungamente peduncolati e del diametro di 2-4 cm, con brattee involucrali intere; i frutti si presentano ad involucretto con corona formante un lembo ialino stretto ca. 0,5 mm e incurvato all'interno; l'achenio è sormontato da lunghe reste calicine.
Habitat: incolti, zone erbose e ruderali aride.
Distribuzione sul territorio:
- Calvana: Fiori 1914 (sub Scabiosa atropurpurea var. maritima); Gestri 2009 e Gestri & Peruzzi 2016 (sub S. a. L. subsp. grandiflora (Scop.) Soldano & F. Conti): Prato, Vaiano, Cantagallo.
- Montalbano: Gestri & Peruzzi 2013a (sub S. a. L. subsp. grandiflora (Scop.) Soldano & F. Conti): Carmignano, P. a Caiano.
- Monteferrato: Fiori (sub Scabiosa atropurpurea var. maritima); Messeri 1936 (Scabiosa atropurpurea L. var. maritima (L.)); non ritrovata da Biagioli & al. 2002 (sub Scabiosa atropurpurea L.).
- Monte Le Coste e Poggio alle Croci: Gestri & Peruzzi 2013b (sub S. a. L. subsp. grandiflora (Scop.) Soldano & F. Conti) (C/S).
Il genere Succisa
conta 2-3 specie distribuite in Europa, Asia e N-Africa (1 in Italia). Si tratta di piante erbacee perenni a foglie per lo più indivise e fiori ermafroditi - a corolla generalmente tetramera, a lobi subuguali, violaceo-bluastra, con calice a (4-)5 reste nerastre persistenti nel frutto – riuniti in capolini emisferici (fiori interni ed esterni subuguali) dotati di lungo peduncolo e con brattee involucrali erbacee; acheni circondati da un involucretto.
-Succisa pratensis Moench MORSO DEL DIAVOLO
H scap – Euriosib. - VI-VIII – Poco comune.
Erbacea a radice rizomatosa breve e fusto eretto, semplice o a volte con 1-2 ramificazioni nella metà apicale, alta 15-80 cm; foglie basali picciolate, lunghe fino a 8 cm, a contorno da ovato a oblungo, e foglie cauline lanceolate e dentate; i fiori - a corolla generalmente tetramera, a lobi subuguali, violaceo-bluastra (raramente bianca), calice a (4-)5 reste nerastre persistenti nel frutto – sono riuniti (gli interni subuguali agli esterni) in capolini emisferici a brattee involucrali erbacee e lungo peduncolo (4-15 cm); frutto peloso di ca. 3 mm con involucretto a 4 angoli e 4 denti.
Habitat: prati, radure boschive, incolti umidi.
Distribuzione sul territorio:
- Calvana: Gestri & Peruzzi 2016: vers. NW di M. Cagnani (Vaiano).
- Monteferrato: Tozzi 1702 (sub Morsus diaboli); Biagioli & al. 2002: sul fondo dell'ex-cava di Pian di Gello tra i ristagni d'acqua su terra di riporto (Prato).